Il plasma: una cura miracolosa?

Nella puntata precedente abbiamo acquisito alcune dritte per non cadere in bufale o trappole informative (i messaggi inoltrati di cui non sappiamo l'origine, la fonte e che chiedono di essere diffusi il più possibile ecc) di vario genere.
Ora smembriamone una che sembra più credibile delle altre:


Da aprile circola questa informazione su Facebook e Whatsapp che individua nella sieroterapia o plasmaterapia (trasfusione di plasma iperimmune) la cura miracolosa al Covid19;
terapia che pare avere raggiunto successi (guarito malati e azzerato decessi) negli ospedali di Bolzano, Mantova e Pavia.
Insomma, sembra proprio che stiamo aspettando mesi per un vaccino sicuro ed efficace quando la cura l’abbiamo a tempo e costo zero proprio sotto il naso.


A COSA DOBBIAMO CREDERE?
Innanzitutto al fatto che le cose sono sempre un po’ più complesse di come sembrano.
Andiamo con ordine:

Il plasma iperimmune
  
E’ la parte detta liquida (55%) del sangue ed è formato da acqua, proteine e sali minerali.
Quello usato per la sieroterapia si chiama iperimmune (o convalescente) non perché sia stato arricchito artificialmente di anticorpi - come si interpreta dal messaggio - ma perché è ricco (non arricchito, diamine) di una quantità di anticorpi tale da essere efficace, una volta trasfuso, sui pazienti affetti (per ogni paziente servono almeno 160 unità di anticorpi).


I vantaggi della sieroterapia

  • Il plasma è a tutti gli effetti utile “perché PUO’ contenere delle molecole (gli anticorpi) che sono capaci di legarsi a parti del virus (le proteine) e impedirgli di funzionare. La proteina è quella parte che il virus usa come chiave per accedere alle nostre cellule; l’anticorpo contenuto nel plasma farebbe in questo caso la funzione di guaina che rende  la chiave inutilizzabile”, spiega Barbara Gallavotti (biologa di Superquark e ospite fissa di Floris a Di martedì)

I limiti nella sieroterapia

  • Il plasma non è disponibile in quantità illimitata (l'Avis spiega che una persona può donare 1,5 litri al mese per un max di 12 litri all’anno);

  •           Il plasma deve essere idoneo, cioè compatibile con quello di chi subisce la trasfusione e avere la quantità minima di anticorpi necessari (non tutti li sviluppano nello stesso numero);

  •       Il plasma deve essere controllato dal Centro Nazionale Sangue per scongiurare la presenza di altri elementi (batteri o cose simili) che possono danneggiare il malato;

  •      I pazienti devono avere i requisiti elencati nel protocollo per poter ricevere il plasma; 

  •       I donatori devono essere guariti da Covid da almeno 28 giorni e avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni.


I dubbi ad oggi presenti

  • Non si sa ancora per quanto tempo il grande numero di anticorpi sviluppati nel plasma e necessari per la sieroterapia siano in grado di continuare a prodursispiega Baldanti, direttore del Laboratorio di Virologia del San Matteo di Pavia (e ciò implica che la quantità di plasma donabile in un anno detta sopra è ideale, non certa).


La sieroterapia quindi NON  È esattamente così facile, veloce e a costo zero come il messaggio Whatsapp millanta.

Perché?

  • perché ci sono dei requisiti che regolano sia la donazione che la trasfusione;

  • perché ci sono ancora dubbi rispetto alla durata degli anticorpi neutralizzanti;

  • perché sebbene ogni guarito sia un potenziale donatore dobbiamo ricordarci che

- per donare bisogna sapere in primis di essere guariti (e quindi aver fatto un tampone,
   cosa che avviene normalmente nel caso di sintomatici o contatti di positivi)
- i donatori devono essere tra i 18 e i 65 anni. Ciò significa che, nella prospettiva di una
  scorta di plasma da parte dei centri trasfusionali, non va considerata quella fetta di
  popolazione più giovane che, generalmente asintomatica, non sa né di aver preso il virus
  né di esserne guarito; quella fetta di popolazione più ‘anziana’ e più colpita dal virus che
  o è in ospedale e necessita di plasma o non può donare perché ha superato il limite di
  età.


Riflessioni conclusive

Il vaccino ha funzione preventiva e viene somministrato a tutti per sviluppare la cosiddetta immunità di gregge.
Il plasma è una terapia di emergenza che viene somministrata solo a chi è malato, non porta all’immunità di gregge: hanno proprio due funzioni diverse, quindi, anche se il plasma si sta rivelando efficace, questo non ci autorizza, “in barba al governo”, ad assumere un atteggiamento leggero e un po’ complottista perché ci fa comodo pensare che “il plasma è la cura miracolosa, altro che il vaccino”.

Elena Zeziola