Tomasi contro la stampa, Graffiti si schiera con TeleBoario per la libertà di informazione

La libertà di stampa è fragile, anzi, fragilissima e quando viene attaccata, non ci si può voltare dall’altra parte

Così, anche Graffiti non può far a meno di scendere in campo per rivendicare il rispetto degli organi di informazione dopo le pesanti accuse del presidente della Comunità Montana di Valle Camonica, Corrado Tomasi, alla redazione di TeleBoario, durante l’ultima assemblea dello scorso lunedì. Per il numero uno dell’ente comprensorio, «sia per l’acqua che per il Parco dell’Adamello, i mezzi d’informazione hanno disinformato». Interviste senza contraddittorio, notizie parziali e poco veritiere, con l’obiettivo di remare contro la Comunità Montana e, di conseguenza, contro la Valle stessa. 


 

Questo il succo del discorso introduttivo di Tomasi, ascoltato dalla sala gremita - anche di cittadini - in religioso silenzio, con tanto di applauso finale. Perché si deve, è il bon ton, l’educazione, no? No, noi di Graffiti non ci stiamo, non applaudiamo. Non stiamo in silenzio ma lo squarciamo, esprimendo la nostra solidarietà alla redazione di TeleBoario, più e più volte attaccata da Tomasi durante il suo discorso, con tanto di nomi e cognomi di alcuni giornalisti, sgraditi e messi alla gogna per aver fatto il loro lavoro. 

Non ci stiamo, perché se toccano uno toccano tutti. Perché quando si tratta di informazione vale l’effetto farfalla: il battito di un’ala dall’altra parte del mondo si riverbera e fa tremare anche il polo opposto e,  in questo caso, la farfalla è tutta nostra, è qui e ora. Quindi stare fermi o in silenzio è impossibile.

«I mezzi di comunicazione dovrebbero servire a creare più informazione per discutere di notizie che abbiano un fondo di verità» esordisce Tomasi, «ma è difficile discutere di qualcosa che è stato presentato diversamente da quella che è la sostanza». La politica fa la voce grossa e cerca di tirare per la giacchetta la stampa ogni qualvolta l’informazione viene effettivamente fatta bene, ovvero quando si mostrano anche le ombre e non solo i lati patinati, quando si scava e si va a fondo, oltre le belle parole dei comunicati, dove tutto è sempre perfetto. Quando si danno ai cittadini tutti gli elementi per farsi un’opinione sui fatti, su ciò che accade attorno a loro, facendo emergere spunti e dettagli dopo una corsa a  ostacoli per cercarle, quelle informazioni che, puntualmente, nessuno vuole mai dare perché “scomode”. 

"Killeraggio mediatico", di questo si è trattato, lunedì sera: come ai bei tempi dell'editto bulgaro. Un discorso intimidatorio, senza interlocuzione, senza quel contraddittorio tanto bramato  dal presidente stesso - evidentemente solo per determinati argomenti - un attacco a TeleBoario così come a tutta l’informazione, perché il pluralismo, la libertà e l’indipendenza degli organi di stampa vengono minacciate da queste intimidazioni da parte della politica. 

Dal discorso fiume di Tomasi, in qualche modo ci siamo sentiti chiamati in causa anche noi: «La satira che c’è in Valle» ha aggiunto, «considera noi amministratori i poteri forti: noi, i poveri sindaci! E i deboli chi sono, Enel ed Edison?» ha detto, riferendosi probabilmente ad alcuni dei nostri contributi pubblicati sul penultimo numero del nostro giornale, dedicato proprio al Parco dell’Adamello. E allora, presidente, ci lasci appuntare una spilletta alle nostre giacche: quando la satira viene attaccata, vuol dire che ha colto nel segno

La risposta di TeleBoario non ha tardato ad arrivare: l’emittente ha comunicato, in un servizio mandato in onda nel telegiornale di martedì, di adire alle vie legali, mettendosi nelle mani di un avvocato del foro di Milano, specializzato in Diritto dell’informazione. Non solo, la registrazione dell’intervento verrà  inviata al prefetto di Brescia, «per le considerazioni del caso». Qualche ora dopo, anche il vice presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, Beppe Spatola, ha espresso la propria solidarietà alla tv locale della Valle: «Non posso che mettermi al fianco dei colleghi che ogni giorno sono al servizio del territorio», ha scritto sui social, «la politica non deve né può dettare i tempi e i modi dell’informazione». 

«Dopo 20 anni di battaglie, abbiamo i mezzi di comunicazione contro», ha aggiunto infine  Tomasi. Così, se la stampa è il cattivo della situazione, allora lasciatecelo dire: continueremo a esserlo, se questo significa difendere la libertà di informazione che, lo ricordiamo, è un diritto e un dovere.  

 La redazione di Graffiti