Acqua di Valle Camonica: battaglia fuori tempo massimo?

Dall' archivio, il commento di Bruno Bonafini sugli sforzi per costituire una gestione dell' acqua della Valle Camonica automoma da quella di Brescia. L' articolo è apparso sul numero 322 di Graffiti.
Risorse, investimenti e solidarietà idrica di Valle  

La vicenda lunga della conquista dell'autonomia camuna nella gestione del ciclo idrico integrato aggiunge un nuovo capitolo ai tanti precedenti. Un traguardo decisivo stavolta, dicono. Come già decisivo per la verità era stato detto quello precedente, del 2021, quando la Regione aveva dato il via libera ad un nostro ATO (Ambito Territoriale Ottimale), liberando i Comuni della Valle dall'obbligo di aderire a quello provinciale ed alla sua società di gestione. Decisione impugnata dal Governo nazionale, finita in Corte Costituzionale dove ancora giace. Improduttiva.
Così è di questi giorni una nuova deliberazione in tal senso della Regione, in atto legislativo stavolta e specifica per la Valle, con maggiore speranza che possa passare, ma con nessuna certezza. 

Nota: il contrasto stato-regione è stato effettivamente risolto con la emanazione della legge della Regione Lombardia n. 4 del 14/11/2023, “Legge di revisione normativa ordinamentale 2023”, che istituisce l’ATO di Valle Camonica e che il governo ha deliberato di non impugnare.

Il tutto con una scenografia in pompa magna, con tanti sindaci della Valle, in fascia tricolore, oltre che in spolvero, accorsi in pulmann al Pirellone, sotto l'egida del grande Sandrone comunitario e ancora una volta proni tutti alla regia di Davide Caparini, relatore del provvedimento ultimo e “decisivo”.
Scenografia da marcia vittoriosa, da obbiettivo raggiunto, con dichiarazioni in tono con l'enfasi del momento. Del tutto comprensibile in una logica di autogratificazione e/o di propaganda per chi da tempo ha speso sé stesso in quell'impresa, al di là delle sue motivazioni.
Ma che sembra iniziativa del tutto sproporzionata e impropria, anzi perfino un po' miope a chi vuol aver consapevolezza dei nuovi scenari e dei problemi inediti che il cambiamento climatico pone alla Valle. L'ATO camuno, la nostra autonomia di gestione, tariffe “nostre”, poteva essere degnamente l'obbiettivo primo di qualche anno fa, quando per la Valle l'acqua potevamo ancora considerarla (sbagliando) risorsa facile e abbondante. Così da non appesantire le nostre tariffe con i maggiori costi di una gestione provinciale. 
L'obbiettivo primario di una gestione lungimirante dell'acqua oggi non è più l'autonomia e tariffe nostre di fronte al cambiamento del clima e dell'idrografia anche di montagna. Gli obbiettivi da assumere con tempestività non possono essere che massicci investimenti e comprensorialità delle risorse idriche, con ricerca e captazione di nuove fonti di approvvigionamento, vasche più capaci, collegamenti tra acquedotti di comuni vicini perché si faccia fronte in modo solidale a singole carenze. La siccità già provata e la penuria d'acqua che molti nostri comuni hanno sofferto nel recente passato suggeriscono che per il futuro non dovremmo tanto preoccuparci della gestione provinciale ma di trovar rimedi ad un Giove pluvio sempre più avaro, ad un ghiacciaio sempre meno serbatoio ed a nevicate scarse e capricciose.
L'ATO camuno va riconsiderato rispetto all'obbiettivo primario di una capacità di investimenti, e di una strategia di investimenti, in grado di far fronte alle esigenze ed alle emergenze che si prospettano. Lo stesso tema delle tariffe si sminuisce rispetto a questo. Nuove possibili convenienze devono entrare in considerazione. Senza eccessi di diffidenza rispetto alla gestione provinciale. 
Brescia è pur sempre “nostra”, più di Sondrio, a cui dalla Regione ci hanno sprezzantemente affibbiato per consentire alla Valtellina la sua autonomia sanitaria, senza nemmeno particolari patemi da certi nostri amministratori, ora ferventi autonomisti.(Caparini era forse distratto?)

Bruno Bonafini