Il congedo paritario è una proposta più rivoluzionaria di quel che sembra

 

 Nel 2017, secondo l' INPS, una madre lavoratrice guadagnava “tra il 10 e il 35% in meno di quanto avrebbe guadagnato se non avesse avuto il figlio” (ilsoleventiquattrore.it).
Secondo uno studio del 2020 i salari delle madri lavoratrici, a quindici anni dal parto, sono “ inferiori del 53 per cento” rispetto a quelli delle donne senza prole (lavoce.info).
Un secondo studio, del 2023, sottolinea che durante la pandemia le donne hanno visto diminuire il loro salario più degli uomini e le madri hanno utilizzato più di frequente i congedi parentali rispetto al periodo prepandemico e rispetto ai padri (lavoce.info).
Insomma, avere un figlio/una figlia è un intralcio sulla carriera lavorativa… ma solo se sei donna: i padri infatti beneficiano di stipendi maggiori del 4-10% rispetto agli uomini senza figli (springer.com).Bene quindi che il Partito Democratico abbia ripresentato, nel suo pacchetto di proposte per la legge di bilancio alternativa, l'idea di un congedo paritario, già lanciata a marzo dalla segretaria Schlein (valigiablu.it).
Una paternità (obbligatoria) che si affianchi alla maternità obbligatoria e che duri almeno tre mesi (oggi il rapporto è di 10 giorni vs 5 mesi).
Non è soltanto uno strumento concreto per liberare le donne da (una parte del) lavoro di cura, e per evitare che (solo?) alle giovani donne i datori di lavoro chiedano se ha intenzione di avere figli .
È anche una misura di civiltà nei confronti dei padri, che dal tempo passato con i propri bambini e le proprie bambine possono migliorare la loro felicità personale, le loro capacità emotive, e capire anche cosa significa il lavoro di cura, che troppo spesso rimane a carico delle sole donne, “madri”, “mogli”, “figlie”, ma mai persone.

Ivan Faiferri