Alta Valle Camonica: in 15 anni, 15 ettari di suolo mangiati dal cemento

 Dall'alto, Ponte di Legno è punteggiata di gru.


 "Nemmeno a Manhattan ne hanno tante", scherza un amico, che lavora nel mondo del turismo.

In effetti, il paesaggio urbano, tanto nel centro, quanto nelle frazioni, è popolato dalle grandi strutture di metallo, sotto le quali, frenetiche, anche ad agosto, anche il sabato e a volte perfino la domenica, si svolgono le attività dei cantieri.

Ora poi, un nuovo albergo a 5 stelle sta per comparire, nel mezzo del bosco, appena al di sotto delle piste:  "una struttura composta da 70 suite, 2 ristoranti, 2800 mq di spa, negozio di attrezzature sportive, zona pratica golf, 200 posti auto coperti", dicono le prime presentazioni

"Pensa ai posti di lavoro!", si sente dire in giro.  

La stagione qui al nord è corta: ad ottobre può essere già difficile lavorare  e spesso in autunno gli operai accendono fuochi più o meno improvvisati su cui, oltre a scaldarsi, si possono anche "smaltire" i prodotti dei cantieri. 

L'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) probabilmente questo non lo sa.

Consumo del suolo in Alta Valle Camonica.
Fonte: Rapporto SNPA "Consumo di suolo... 2022"
 

 

Secondo i dati dei rapporti annuali dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, negli ultimi 15 anni, nei soli sei comuni dell'Unione dell'Alta Valle Camonica (Monno, Incudine, Vezza d'Oglio, Vione, Temù e Ponte di Legno) si sono consumati altri 15 ettari di suolo.

Tanto? Poco? 

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