Pier Luigi Mottinelli. Senza turarsi il naso

Votare turandosi il naso. Questo si dice quando le circostanze ci costringono al voto del meno peggio. Con Gigi Mottinelli non accadrà. E dati i tempi è una gran cosa, almeno per me. Con lui candidato alla Camera nella quota uninominale del vasto collegio delle tre Valli bresciane più l'alto Garda, non solo non dovrò turarmi il naso, ma, vivaddio e finalmente, nonostante la pessima legge elettorale, riacquisterò il piacere di votare. Per più di un motivo.
Perché è espressione del territorio, Gigi Mottinelli, espressione conosciuta e riconosciuta. Della Valle Camonica sicuramente, dove è cresciuto politicamente ed è stato tra i protagonisti per anni della vita amministrativa, come giovane Presidente della Comunità Montana e sindaco di Cedegolo. E non è certo un paracadutato né uno sconosciuto per le altre valli bresciane ed il Garda, avendo all'attivo anche quattro anni di Presidenza della Provincia.
Perché ha già dato prova di sé, del suo impegno e delle sue capacità negli incarichi ricoperti. La sua candidatura ripristina, raro caso, quella vecchia saggia usanza, da lontani anni gloriosi di prima repubblica, per cui si arriva in Parlamento solo dopo un adeguato cursus honorum, ovvero dopo aver percorso con merito i vari gradini dell'impegno politico e pubblico, dal    Comune in su, che danno esperienza (professionalità) all'interessato e materiale di giudizio a chi vota. È un secondo motivo di metodo e di merito per cui apprezzo la proposta elettorale del PD camuno. Non è la scommessa sull'ignoto o l'ennesimo dilettante allo sbaraglio, cui ci hanno piegato da tempo.   
Mottinelli ha guidato la Provincia con mano sicura, con inventiva e capacità di unire, nel momento difficile di una sua profonda (e improvvisata) riforma istituzionale. Ha tratto da una cattiva riforma una positiva riconfigurazione dell'Ente. Ridandogli ruolo nel momento in cui sparare a zero sulla Provincia era moda corrente. Il tutto senza il relativo emolumento, azzerato per legge, in assurdo ossequio al “dagli alla Provincia”, che coinvolgeva nella svalutazione dell'Ente anche il lavoro e la responsabilità di chi ne gestiva la trasformazione. La retribuzione di quell'esperienza è stata per Gigi un apprezzamento diffuso anche oltre la sua parte politica. Da un paio di denunce di irregolarità amministrative è uscito bene, per la riconosciuta inconsistenza delle accuse non meno che per la correttezza con cui ha affrontato le inchieste, senza il vittimismo e le furbizie di certo berlusconismo diffuso.
È tornato all'impegno di partito, dopo l'esperienza in Provincia, accettando il meno gratificante degli incarichi, il coordinatore di zona del PD, nella stagione in cui la presenza dem era ai minimi storici, nei consigli comunali, negli enti comprensoriali come nell'iniziativa politica. Una scelta di coerenza e di responsabilità nel momento in cui la crisi dei partiti, di tutti i partiti, portava molti a uscirsene, chi passando al più comodo ruolo di severo ma improduttivo osservatore esterno, chi buttandosi sul localismo alpino o sul movimentismo di neoformazioni improvvisate e minoritarie. Ridare ruolo e credibilità ai partiti, d'altronde, non sarà di moda ma resta la strada più sicura per ridare salute alla nostra malconcia democrazia, in basso come in alto. E come atto di servizio va letta la stessa sua candidatura in un collegio dove destra e Lega mietono voti anche con candidati fantasma. O addirittura con candidati come l'indimenticabile Bossi junior   
Quanto sopra non vuol essere una glorificazione in toto del candidato: sulle scelte particolari del suo agire politico amministrativo, passato o futuro, il giudizio può essere il più diverso. Sono tratti di fondo del suo curriculum e del suo impegno che convincono, che fanno apprezzare l'uomo e la sua candidatura, anche al di là del giudizio sul partito che lo propone. Che lo rendono una buona proposta ed una buona scelta per quanti si riconoscono nei valori del centrosinistra. E per quanti vogliono per la Valle una rappresentanza valida e capace di costruttivo protagonismo.