Caro Giovane Neoelettore

Se hai resistito a questo incipit decisamente anti click-baiting covo la speranza di poterti agganciare per qualche minuto di lettura.
Come a volte fanno i boomer, avevo bisogno di darti due o tre mie opinioni sulle prossime elezioni, consapevole che i consigli servono principalmente ad essere disattesi. Per correttezza, ti premetto che sono di parte. Penso che i politici e i partiti non siano tutti uguali, e che alcuni programmi ed idee rispondano meglio di altri alle necessità della comunità.

1. Prima di tutto scusaci per avere invaso i tuoi luoghi virtuali, venti giorni prima delle elezioni, con una marea di video elettorali pessimi. Scusaci per l’ottuagenario cringe che pronuncia Tik Tok ondeggiando la testa come se fosse il suono del campanello. Scusaci per il quarantacinquenne che crede di fare il simpatico perché non sa pronunciare l’inglese, mentre tu, ad un terzo dei suoi anni, ti guardi tutta la nuova serie di Stranger Things in lingua originale manco sottotitolata. Scusaci per l’altra quarantacinquenne che invade Instagram&Tik Tok con il tono monocorde urlato di chi vende le pesche al mercato. E poi ti prende per il sedere per i video sul corsivo, non capendone neppure l’ironia. Di fatto, scusaci per l’idea malata che basta ricordarsi di voi all’ultimo con due storie su Instagram per recuperare il vostro voto. Come se aveste l’anello al naso.

2. Poi, scusaci perché non ci facciamo da parte. La nostra generazione di quarantenni ha fallito, miseramente, quando ha avuto l’occasione di governare. E ha fallito su una delle cose che per voi è più importante: la coerenza. «Se perdo il referendum vado a casa!». Ho visto. «Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno». Zero tituli, ma sono ancora lì. «Prima gli italiani. I ne(g)ri a casa loro». Anni al Governo e pure Ministro degli Interni, zero risultati, ma è ancora lì. Qualche giorno fa Marco Paolini a Naquane, ha detto nel suo spettacolo: «Se siete al potere e non siete capaci di decidere per il bene dei vostri figli, molto meglio lasciarli orfani». Sinceramente credo che la scelta migliore che potevamo fare era stare alla nostra casa, e lasciare provare voi. Purtroppo, non sarà così nemmeno per queste elezioni.

3. Però. Però i dati ci dicono che uno su due di voi non voterà. Forse di più. Perchè scazzati, delusi, non interessati, lontani dal paese di origine.

4. Tieni conto che non votare vale come un voto. E votare decide alcune delle questioni che so che ti importano. Cerca le posizioni dei partiti e scegli chi si avvicina di più alle tue idee. Per esempio:
I diritti/1. Per te, il compagno di classe che hai avuto vicino dall’asilo alle superiori, nato in Italia da genitori stranieri, che parla il dialetto meglio di te e che magari perculi, o si autopercula, per il suo accento o il suo colore della pelle, per te, dicevo, lui è italiano. Se voti, puoi decidere che norma lo può tutelare, e se almeno lo Ius Scholae riusciamo a farlo diventare realtà.
I diritti/2. Per te non ci sono dubbi sul fatto che un essere umano possa amare chi desidera. Noi boomer, il tema della sessualità fluida, nonostante la scienza sia chiara sul tema, mica l’abbiamo capito, anzi, ci fa pure un po’ paura. Se voti puoi decidere se sostenere la famiglia tradizionale e basta, o ampliare i diritti anche a tutti gli altri tipi di famiglia. La salute mentale. Sarà che ne hai raccolto “a brache”, di compagni di classe e amici, nei bagni del liceo o nei corridoi dell’università, in preda agli attacchi di panico. Hai visto tagli e ferite sui loro corpi. Hai raccolto racconti di depressioni, desideri di farla finita. Probabilmente la vostra è una delle prime generazioni per cui parlare di voi con un terapeuta è una cosa positiva e utile. Se voti puoi decidere se è vero che stare male sia una devianza (e l’attacco di panico, il disturbo alimentare, la depressione si risolvono con la buona volontà. O con lo sport e basta) oppure se serve investire più risorse sulla sanità pubblica (psicologo di base gratuito, per esempio). L’ambiente. Noi e i nostri genitori, in pochi anni, abbiamo demolito l’ambiente in cui viviamo. Non possiamo più permetterci di andare avanti cosi, e tu ne sei profondamente consapevole. Se voti, puoi decidere se davvero l’economia è sempre più importante dell’ambiente oppure no.

5. Ho già speso troppe parole, e in questa elezione le parole stanno a zero. Come avrai capito è troppo importante che tu vada a votare. Leggi i programmi e scegli. Ci spero.

Paolo Erba