“C'è stato come un lampo lì, proprio in mezzo al cielo”

Lucio Dalla, anno 1999, la canzone è Ciao, il tema la guerra in Kosovo.
“C'è stato come un lampo lì, proprio in mezzo al cielo
Che era blu cobalto liscio, liscio senza un pelo
La città sotto era un presepio, le luci del tramonto
La scia di un aereo, facevano più bello il mondo
Dello sforzo dei poeti, dei mezzi giornalisti”.
Le stesse immagini. I lampi in mezzo al cielo trasmesse dai telegiornali o dalle lunghe e inesorabili - probabilmente inutili perché solo ripetitive - dirette delle reti tv. Alcuni giornalisti che gonfiano gli eventi probabilmente per sentirsi un po’ più eroi (ieri ne ho visto uno che aveva il giubbotto antiproiettile e alle spalle persone tranquillamente in coda per un negozio, un’altra indossava un elmetto da guerra mentre chi era dietro di lei passeggiava a passo lento con i sacchetti della spesa per strada). Il racconto continuo di ciò che sta accadendo l’abbiamo già vissuto per altre guerre e per altre emergenze. Improvvisamente sono spariti i virologi e sono apparsi i militari e gli esperti di politica estera. Per le tv è solo il passaggio a un tema che fa più audience. Finché arriverà un argomento più accattivante.
Non è un attacco rivolto al sistema di informazione, forse è solo un modo per combattere il senso di impotenza che ci assale di fronte all’evento che quasi tutti pensavano non sarebbe accaduto, (tranne gli esperti dell’io l’avevo detto). Tutti ora ci siamo resi conto di chi sia Putin (ma già vent’anni fa c’è stata l’invasione della Cecenia) che agisce come se vivesse in un altro secolo (un altro millennio?).
Sogniamo: che il rumore mortale delle bombe sparisca dalla memoria di tutti i bambini che sono stati costretti ad ascoltarlo.

Gabriele Scalvinoni