Il tempo pieno di S. Eufemia con Romano Colombini. Un modello di scuola anche per la valle

Non sono mancata all'appuntamento del 5 gennaio a Brescia quando, nel Salone Vanvitelliano, si è tenuta una cerimonia di commemorazione di Romano Colombini organizzata dalla Commissione Scuola ANPI della città in collaborazione con il Comune. Mancato da quasi due anni, avrebbe compiuto in quel giorno 93 anni. 
A molti Camuni questo nome può non significare nulla. Sinteticamente posso dire che è stato un pezzo di storia della città di Brescia: giovane staffetta partigiana con le Fiamme Verdi, insegnante e dirigente nella scuola per 44 anni, costantemente militante antifascista e Presidente della Commissione Scuola ANPI "Dolores Abbiati" nella città di Brescia. Proprio per questo suo ruolo erano presenti ad onorarlo militanti della Commissione Scuola ANPI di Valle Camonica.
Ho ascoltato con attenzione tutti i contributi, avendo modo di ricostruire l'ampiezza degli interessi, delle scelte e dell'impegno di Romano Colombini. Se possibile, di stimarlo di più. E' stato certamente un modo per capire da dove proveniva il suo fascino culturale e umano, che io avevo scoperto come insegnante all'inizio degli anni Ottanta. Insegnavo in quel periodo nella scuola media Fratelli Rosselli di Artogne-Pian Camuno, lavoravo con un gruppo di insegnanti motivato e deciso a portare dentro quella scuola pratiche di insegnamento più adeguate agli interessi e alle esperienze dei ragazzi e in maggiore relazione con l territorio. In Valle si muoveva in quegli anni il GISAV, un gruppo di maestri innovatori e "alternativi", già attivo sul piano della pratica didattica, della formazione, della produzione di materiali da utilizzare nelle lezioni. Per la scuola media mancavano riferimenti. La scuola media di Darfo, condotta in modo autoritario dalla Preside Margherita Biondi, rappresentava il modello ricercato e riconosciuto, in quanto rispondente a canoni tradizionali, di una buona scuola media. Preparava per le Superiori e produceva molti scarti (bocciature); i malcapitati finivano a completare il ciclo dell'obbligo nelle scuole vicine, spesso nella scuola media di Artogne- Pian Camuno.
Fu proprio questo desiderio di introdurre innovazioni nella gestione delle lezioni, nei contenuti da proporre, nella organizzazione di gruppi di lavoro più flessibili e rispondenti ai bisogni di apprendimento, nella scelta di libri di testo nuovi e più adeguati ai tempi, fu dunque proprio questo desiderio che ci portò, a titolo personale, nella scuola media di S. Eufemia ad incontrare il Preside Romano Colombini e i suoi insegnanti. Eravamo alla partenza tre donne: Lisetta, Gina ed io. Ci andammo più di una volta. Egli aveva già da alcuni anni organizzato una scuola a Tempo Pieno, introducendo laboratori di teatro, fotografia, ricerca storica, indagine del territorio. Il termine laboratorio era in quegli anni rivoluzionario, destabilizzante delle certezze, ma così stimolante: era il luogo dove si saldavano le conoscenze con la realizzazione pratica, oppure si partiva dall'esperienza per elaborare conoscenze. Fu l'avvio. Fu da queste premesse che riuscimmo a dare solide basi al modello di Tempo Prolungato che la Scuola Media Fratelli Rosselli di Artogne-Pian Camuno riuscì a realizzare, sviluppare e mantenere per anni. 
All'origine, mi piace ricordarlo qui, c'era un uomo che si ribellò alla cultura fascista dominante, anche nella sua famiglia borghese, e che portò nella scuola da Preside una cultura democratica, aperta e interprete dei bisogni di cambiamento sociale di quel tempo. Lo seppe fare coinvolgendo docenti e tutto il personale, genitori e territorio. L'intero quartiere di S.Eufemia, dove erano attivi sia le Acli che il Partito Comunista, gli fu al fianco. Quest'ultimo aspetto mi pare considerevole, ripensando le difficoltà della nostra esperienza. Con Romano Colombini abbracciamo un bel pezzo di storia: la sua personale, quella della scuola democratica ed inclusiva, quella della Resistenza e dell'antifascismo. 

Margherita Moles