Un premio all'impegno civile della Fondazione Roberto Franceschi Onlus

"MITES TERRAM POSSIDENT", edizione 2021 

Ogni anno torniamo all'appuntamento del premio "Mites terram possident", che si svolge a Malegno il 30 novembre, in occasione di Sant'Andrea.  E' una calamita che ci attira, desiderosi di partecipare alla scena teatrale che viene predisposta. Molti attori sul palco, belle persone, storie, luoghi,  intrecci e ... finale a sorpresa.
L'abbiamo seguito on line, ma che importa alla fine? Ci abbiamo fatto pure il callo.
Dicevamo sorpresa... In apertura si presenta pure il Vescovo di Brescia, monsignor Tremolada, che si trova nei paraggi e viene portato lì dal Parroco don Giuseppe. Si felicita per l'iniziativa, loda i premiati che non conoscerà, se ne deve andare subito,  e gli organizzatori del premio. Una benedizione per la serata.
Saluti delle autorità, ovviamente, e presenza in sala del sindaco di Marano Vicentino che riceve dal vivo il premio assegnato lo scorso anno alla sua amministrazione per l'impegno profuso e concreto nello sport, nella scuola, nella vita associativa,  sull'uso delle parole per unire le persone e creare comunità.  Grande scelta culturale ed educativa in un momento storico in cui le parole vengono piuttosto  utilizzate per offendere e ferire.  
Ma chi è il vincitore quest'anno? Si apre una finestra, compare una storia personale e collettiva, si dipanano collegamenti impensati, si squarcia il mondo. E' la Fondazione Roberto Franceschi Onlus che opera dal 1996 in modo scientifico  sulla raccolta e l’elaborazione di dati concernenti la povertà, la disuguaglianza e il disagio sociale. Progetta il recupero dei giovani a rischio di esclusione e il contrasto alla povertà educativa. Diffonde e difende la cultura della cittadinanza attiva e della solidarietà.  C'è in sala Cristina, sorella di Francesco, che fu ucciso dalla polizia il 23 gennaio 1973  durante una manifestazione studentesca per il diritto allo studio davanti all'Università Bocconi, a cui era iscritto. L'iter giudiziario fu pieno di silenzi e depistaggi; solo dopo molti anni si riconobbe la responsabilità della polizia e la famiglia ottenne un risarcimento che venne utilizzato per creare la Fondazione.
E' commossa Cristina, in mezzo a persone ed associazioni che hanno presentato la candidatura della Fondazione.  Dedica alla madre Lydia e al padre Mario questo premio per i valori che hanno sempre testimoniato,  radicando la loro vita  sulla Costituzione, e per la loro capacità di trasformare l'atroce  dolore per la perdita di un figlio in modo così violento in impegno civile. Mai una parola di vendetta, ricerca di verità e giustizia attraverso i tribunali, uso del risarcimento per lavorare socialmente sugli ideali e i principi per cui Roberto viveva.
Accanto a lei un artista, Patrizio Raso. Non ha conosciuto Roberto, è estraneo, anche per età, a quegli avvenimenti degli anni Settanta che hanno portato a molte tragedie. Ma vuole dare il suo contributo per la memoria, una rivisitazione della memoria, un'interpretazione personale e attiva di essa.  Lavora a lungo sul monumento, un grande maglio, simbolo del lavoro, che è stato posto nel luogo dove Francesco è morto. Ne studia le ombre, la loro lunghezza, il loro muoversi, allungarsi  e andare verso... Nasce l'idea di dare una forma a queste ombre costruendo un grande tappeto, nella modalità dei pezzotti,  proprio quelli di Monno, che vengono tessuti al telaio, partendo da piccole strisce  ottenute da stracci.  In questo caso si partirà dal cappotto di Roberto, ma già si stanno costruendo relazioni per recuperare pezzi della memoria di Piazza Fontana, di Piazza Loggia, ed altro. Grandi e piccole storie entreranno in questo intreccio insieme al loro carico emotivo, alla felicità e al dolore che portano con sé. La realizzazione avverrà a Monno con l'artigiana-artista Gina Melotti che si farà carico della materialità dell'intreccio.
Anche noi siamo emozionati.  Gli accostamenti hanno dell'imprevedibile. Malegno, questa sera, accoglie nella sua sala un grande fermento di pensiero, ideazione e lavoro, proiettato nel presente e nel futuro .
 


Margherita Moles