Da un po' non commento la politica nazionale, ma dopo certi eventi stare zitti equivale ad omertà imperdonabile. La cultura civile non avanza senza prese di posizione. L'immagine dei Senatori è stata avvilente. Ragazzini che esultano dopo che la profe ha svelato alla classe l'esito del sondaggio: "Questa verifica stra-difficile la facciamo ora o la cestiniamo?". Con voto buio, un paio di troppo scelgono di scansare la fatica, di evitare che il merito sia protagonista. L'urna cela la privacy, ma è evidente chi si è sbracciato festante in aula: i pigri conservatori, i classisti, quelli che "espandere i diritti personali non è priorità". Quelli che, un certo grado di odio diffuso, non lo disdegnano. Pur in un clima anestetizzato di "Governo di tutti", nel Parlamento si possono riconoscere ancora le parti: le destre ululanti, i cespugli di centro silenzioso ma determinante, il centrosinistra abbacchiato dalla propria storica debolezza in Senato (e nel Paese).
Ancora una volta, chi ha l'istinto di insultare, malmenare o bullizzare persone non eterosessuali o disabili si sentirà autorizzato da certa politica che lo ritiene un "problema non poi così grave". E' uno schiaffo a chi questi episodi li ha subìti (se ne registrano centinaia all'anno, con cicatrici fisiche ed emotive), lo è per un'intera generazione di giovani che cresce con mentalità aperta e solidale verso le minoranze, che chiede rassicurazioni sul proprio futuro, zavorrata dagli eterni rinvii degli adulti irresponsabili. Se vogliamo recuperare l'interesse, magari la partecipazione di questi ragazzi alla politica, motivarli a votare o ad impegnarsi in prima persona, beh le opzioni sono solo due: o chi sta nelle istituzioni evita queste pagliacciate, pensando di più ai propri figli, o si auto-rimuovono cedendo spazio ai venti-trentenni.
"Quando sono gli elefanti a combattere,
è sempre l'erba a rimanere schiacciata."
- proverbio africano -
Andrea Bonadei