DONARTE: un dono di bellezza e arti femminili alla città di Darfo e alla Valle

“Nel torbido arranco verso una meta di luce”. Significative queste parole della poetessa Mariangela Gualtieri risuonate domenica 5 settembre nel prato, fra i meli carichi di frutti, nel giardino di Palazzo Cemmi, già dimora Federici, a Darfo. 
Il palazzo, i suoi portici, il suo balcone, i giardini e il frutteto sono stati la cornice di un’esposizione di artiste, musiciste, pittrici, attrici in occasione di DONARTE, la rassegna ideata dalla Commissione Pari Opportunità di Darfo, ormai alla sua sesta edizione. Quest’anno studiata in formato ridotto, ma ben confezionata con la partecipazione di molte energie, molte creatività femminili, coinvolte nell’ideazione di un messaggio da lanciare alle città, alla Valle. Un messaggio di bellezza innanzitutto, ma anche di forza e di coraggio, quegli atteggiamenti che le donne hanno espresso anche durante il periodo duro della pandemia, mettendo in atto una resilienza familiare che è risultata salvifica per l’intera società.   
Ho seguito una delle tante visite guidate dentro l’itinerario predisposto, provando emozioni di meraviglia e di godimento nell’incontro con donne amiche e non, all’ascolto di musiche e racconti, alla vista di una bellezza che scaturiva dal rapporto tra le espressioni artistiche, i sentimenti e il luogo.
Raccolgo alcune fra le tante suggestioni che sono sedimentate in me.  
Patrizia espone delle grandi tele di muffe artistiche, nelle quali perdersi creando e disfacendo mondi, smontando pregiudizi. Queste muffe ci raccontano di contaminazioni, diverse tra di loro, ma che convivono nello spazio della tela, in pace, amore ed armonia e generano bellezza. Nello scambio creano nuove e rigenerate comunità. La natura umana ha bisogno della vita sociale, tanto per il pensiero, quanto per l’azione ed è per questo che non dobbiamo avere paura dello straniero, degli altri, perché sono ricchezze, risorse, forza, rigenerazione...
Piera sul balconcino dell’ala del palazzo che s’affaccia sul giardino apre lo scrigno della sua memoria, quando lei bambina viveva in quel palazzo. Gli inverni erano lunghi e portavano molta neve che ammantava i viali e ghiacciava la fontana su cui si pattinava; erano immagini di un biancore accecante. Si faceva la gara dei pupazzi di neve. Ognuno dei bambini costruiva il suo. Una carota per il naso, due pezzi di stoffa per il vestito, bottoni per il panciotto, rubati dai cofanetti del cucito, e un cappellaccio nero sottratto ai contadini. C’erano bambini che rubavano anche il mantello, uno di quei tabarri pesanti che tenevano caldo al pupazzo. Il premio c’era per tutti, non c’era mai un vincitore, ma dolcetti e caramelle dati dalle amorose mani della carissima nonna... 
Elena, ritrattista su commissione, espone tele raffiguranti i suoi due figli, eseguite 
nel periodo del lockdown. Alcuni dipinti sono su tele di lino grezzo, altri su cartoncino. Utilizza la tecnica dell’olio, ma inserisce anche parti di carboncino e grafite. Sono ritratti di scene e modi di porsi non convenzionali, strappati a foto scattate da terzi, di una rara intensità e profondità emotiva. 
DONARTE, come negli anni precedenti, è dedicata a Franca Ghitti, la grande artista camuna di fama internazionale. Ecco allora in chiusura dell’itinerario Liliana che dà vita a Franca, mostrando tavolette di legno, chiodi, ferri, resti di segherie, arnesi. L’intelligenza delle mani, dei maestri fucinieri, dei fabbri, questa è la mia ricchezza. Fabbri e falegnami mi hanno guidata; tavolette di legno, chiodi, ferri, scelgo e reinterpreto da quando sono adolescente. Assi di legno, resti di segherie, avanzi di lavorazioni: io ci vedevo delle lettere ed ho cominciato a capire che lì forse potevo iniziare un discorso, un alfabeto nuovo. Usare questi materiali è stato un modo per ritornare alla mia terra natia…
La storia personale e collettiva, l'ambiente, il territorio, le relazioni... Sono emozionata. E' come se una vita sociale dimenticata riprendesse a pulsare e a nutrire un'immaginazione compressa e ferita. Un volo mentale e fisico necessario. 

Margherita Moles