Come tanti coetanei, è stato di recente convocato dall'ATS (Agenzia territoriale della salute) della Montagna per fare il vaccino in un vicino ospedale. Vicino sulla carta geografica, per lo meno: lo hanno mandato a Sondalo, a più di un'ora di strada da dove abita.
La storia di Ludovico non è isolata, sono tanti gli ultraottantenni camuni convocati in Valtellina. Proprio una sanità al servizio del cittadino, verrebbe da dire. Ma sono le magie della riforma Maroni del 2015, che forse ora potrebbe essere modificata. Speriamo solo non ci uniscano a Mantova.
D'altra parte, che il sistema non sia in generale a prova di bomba lo dimostrano anche altri racconti.
Come Lucia, ad esempio, altra ultraottantenne. Per prenotare la vaccinazione deve registrarsi su un portale on line, ricevere poi un codice otp sul proprio cellulare e ritrasmetterlo al portale: è il procedimento comune per tutti gli ultraottantenni lombardi che si vogliono vaccinare. Un sistema informatico da 20 milioni di euro. Soldi ben spesi (infatti adesso la regione vuole gestire le vaccinazioni attraverso il sito di Poste Italiane).
Ma usciamo per un istante fuori dalle ristrette prospettive camune. Andiamo a Iseo, centro vaccinale di emergenza dopo la diffusione della variante inglese.
Al giorno di inizio delle vaccinazioni, non si presenta nessuno: nessuno infatti ha inviato gli SMS che avvisano gli aventi diritto della possibilità di farsi vaccinare.
Ma ormai le dosi sono già scongelate: se non si usano, vanno buttate. E così tocca ai funzionari del comune chiamare i cittadini, non sappiamo con che criteri.
La situazione raggiunge l'apoteosi del paradosso quando poi, coloro che hanno già avuto la vaccinazione ricevono l'SMS che li avvisa dell'appuntamento che il servizio sanitario regionale ha fissato per loro. Così, per evitare che qualcuno riceva due prime dosi di vaccino, il sindaco di Iseo deve emanare un avviso per comunicare a chi è già stato vaccinato di non ripresentarsi.
E poi abbiamo licenziato Gallera.
Ivan Faiferri
* Nell'articolo sono utilizzati nomi di fantasia per rispetto della riservatezza.