In ricordo del compagno Domenico Ghirardi


Ho conosciuto Domenico verso la metà degli anni settanta dello scorso secolo, quando aveva circa 20 anni. La prima volta lo incontrai alla Camera del Lavoro di Darfo: appresi che lavorava in una piccola fabbrica tessile di Malonno e che, nella stessa, non veniva applicato correttamente il contratto di nazionale di lavoro.
Nonostante la giovane età, fui colpito dalla determinazione con la quale mi sollecitava di intervenire e anche della consapevolezza dei rischi che correva. Non erano anni facili, soprattutto per chi lavorava nelle piccole aziende non sindacalizzate e prive di tutela legislativa per i lavoratori.
Concordammo come organizzarci e, alla fine della chiacchierata, Domenico chiese di iscriversi alla Filtea CGIL (sindacato dei tessili), portandosi inoltre appresso un pacchetto di deleghe per iscrivere anche altri suoi compagni/e di lavoro.
Nei mesi successivi, a seguito della sua iscrizione e il suo impegno sindacale, fu oggetto anche di alcune minacce, tipiche dei comportamenti antisindacali del padronato locale dell’epoca.
Il compagno Franco Torri, allora segretario della Filtea provinciale, decise di tutelarlo maggiormente inserendolo nella direzione provinciale della categoria dei tessili, segnalando all'azienda il suo “status” di rappresentante aziendale della Filtea CGIL.
È così che Domenico iniziò la sua esperienza di giovane sindacalista nella fabbrica e nel territorio.
Entrò subito a fare parte del gruppo dirigente del sindacato e degli organismi di zona, facendosi conoscere, ed apprezzare, per il suo impegno a favore delle miglia di lavoratrici dei piccoli laboratori tessili e dell'abbigliamento, di cui diventò uno strenuo difensore, oltre che prezioso punto di riferimento. In quel periodo maturò anche le sue convinzioni politiche, iscrivendosi al PCI.
Era un buon periodo per il sindacato che, anche in Valle, registrava una forte crescita di iscritti e di prestigio, soprattutto grazie alla spinta unitaria dei lavoratori e dei consigli di fabbrica e del consiglio di zona che li rappresentavano.
Questa spinta dal basso è stata alla base della decisione della Cgil provinciale di rivedere la propria organizzazione in Valle Camonica, in una logica di decentramento e maggiore autonomia, potenziando anche l’apparato e affiancando al responsabile della Camera del Lavoro ed a quello della FIOM un nuovo funzionario dedicato al settore tessile che, oltre alle fabbriche più note, doveva seguire anche i piccoli laboratori provando ad aprire una vertenza territoriale con al centro le condizioni di lavoro e i diritti delle lavoratrici.
La scelta, quasi naturale, non poteva che ricadere su quel giovane compagno che, alcuni anni prima, aveva deciso di mettersi in gioco per difendere con la propria dignità anche quella di tutti gli altri lavoratori.
Così è iniziata l’esperienza di dirigente sindacale a tempo pieno del compagno Ghirardi, che nel corso degli anni gli ha consentito di emergere come una delle personalità di primo piano della Valle, fino a ricoprire la responsabilità più alta, quella di segretario generale della Cgil del comprensorio camuno sebino.
Ma di questo sono sicuro che diranno altri compagni, che non mancheranno di integrare e/o completare il suo profilo di dirigente politico sindacale, la cui memoria va conservata.
Ciao Domenico.

Ernesto Fenaroli