Che c'entra Hitler con il Sì al Referendum? Un'iperbole inaccettabile

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore che replica a Giancarlo Maculotti in merito al suo "Rosso di sera" di fine 2020.

Caro Giancarlo, permettimi delle osservazioni al tuo articolo (Graffiti n. 304) relativo all'ultimo referendum.
Il fatto che la nostra Costituzione si possa cambiare, non deriva da "commenti soddisfatti" circa l'esito di un qualche referendum: lo prevede la stessa Costituzione (art. 138). Non condivido le idee dei "molti sostenitori del Sì (che) si sono scatenati contro la politica, contro i parlamentari, contro il sistema rappresentativo in genere" però, attribuire loro un inconsapevole modo di "pensarla esattamente come il Fuhrer" mi sembra un'iperbole inaccettabile ed offensiva dell'intelligenza e del diritto alla libera determinazione di chi non la pensa come te.

Per me non è stato bello nemmeno leggere che "il loro voto per il Sì è stato in perfetta sintonia con l'iniziatore della seconda guerra mondiale (...)"; scorrendo quella "cartina di tornasole" (come giustamente tu la chiami) che è Facebook, a me pare che, al contrario, siano stati molti di più i sostenitori del No ad essere in "sintonia" con certe idee estreme.

Non condivido nemmeno il passaggio in cui dici che "i giovani più istruiti hanno votato No (...)" semplicemente perché "hanno capito che la democrazia parlamentare, con tutti i suoi difetti, è migliore di qualsiasi dittatura"; premesso che non conosco le percentuali dei "giovani istruiti" che hanno votato No e di quelli che invece hanno votati Sì, tuttavia mi chiedo e ti chiedo: ma sei veramente convinto che l'esito di questo referendum abbia in qualche modo contribuito a spostare la democrazia parlamentare verso la dittatura?

Sono d'accordo quando dici che "il Paese ha bisogno di riforme", ma mi chiedo anche se il fatto che la nostra democrazia "sia ingessata" dipenda più dal numero dei parlamentari o da leggi elettorali che manco riescono a passare il vaglio della loro costituzionalità. Caro Giancarlo, queste sono solo mie idee e voglio che tu sappia che la mia stima profonda nei tuoi confronti rimane immutata però, dai... la prossima volta non esagerare!

Danilo Fedriga


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Qui di seguito puoi leggere la rubrica che ha innescato il dibattito, tratta da Graffiti n. 304 (novembre/dicembre 2020).