Il vero sovranista scarica Immuni

Graffiti ha ottenuto uno scatto della schermata dello smartphone di Salvini.
Un nostro inviato, camuffato da Elisa Isoardi in preda alla nostalgia per il capitano, è riuscito ad avvicinarlo ben oltre i limiti del distanziamento sociale e ad acquisire l'immagine che pubblichiamo.
La redazione ha scelto di mantenere anonimo l'autore dello scoop, per proteggerlo dalle ritorsioni delle squadre di camicie verdi sguinzagliate sulle sue tracce, pronte a punirlo facendogli leggere l’ultimo libro di Roberto Maroni.


Come si può vedere, accanto alle app di principali social network, fa capolino sil dispositivo l'icona di Immuni.
E non c'è da stupirsi!
Al contrario di Facebook, Instagram, WhatsApp, Tinder, Tik tok e della Nutella, Immuni è un prodotto interamente italiano. È stata sviluppata in Italia, da una azienda italiana che l'ha ceduta gratuitamente al governo, e ha fatto diventare il Bel Paese il primo tra i principali stati europei ad adottare un sistema di tracciamento di questo tipo.

Perché dunque Salvini dice di non scaricare Immuni? Qualcuno potrebbe accusarlo a questo punto di sostenere questa posizione semplicemente perché l’app è uno strumento proposto dagli avversari politici. 
Invece non è così: fa parte della nuova strategia della Lega. Dopo la sbronza nazionalista, il calo nei sondaggi ed i successi di Zaia, Salvini vuole tornare indietro. L’app Immuni è troppo italiana! E fa niente se è stata sviluppata a Milano, capitale morale della Padania. Fino a quando non gli mettono i sottotitoli in dialetto meneghino, per lui rimarrà una grande truffa. 
T’é capì?

Ivan Faiferri