Facciamo la nostra parte: scarichiamo IMMUNI

Sta circolando in queste settimane, tra gli amministratori under-35 della provincia di Brescia, un importante appello per scaricare la app IMMUNI, strumento tecnologico con cui ognuno di noi può contribuire al contrasto del virus COVID-19.

L’idea si deve a due assessori, Fabrizio Bosio del comune di Manerbio e Roberto Bondio del comune di Gardone Val Trompia, che hanno preso spunto da un’analoga iniziativa organizzata dai giovani amministratori del milanese. Consapevoli di quanto sia stata pesante la situazione della nostra provincia nel corso della prima ondata, hanno redatto un testo condiviso e l’hanno fatto poi circolare tra sindaci, consiglieri e assessori under-35 del bresciano, invitando tutti gli amministratori, al di là della propria appartenenza politica e partitica, alla sottoscrizione dell’appello.

Il messaggio è semplice: solo attraverso la collaborazione di tutti, attraverso l’adozione di corretti comportamenti individuali, possiamo sconfiggere questa malattia.

In particolare, due sono gli inviti rivolti ai cittadini: rispettare le misure sanitarie e scaricare l’app IMMUNI. Piccoli gesti che possono però avere conseguenze enormemente positive nel contrasto al COVID-19.

Non solo ho ritenuto doveroso sottoscrivere l’appello, ma invito tutti i miei colleghi a farlo e a farsi promotori di queste semplici pratiche tra i propri concittadini. 

La app IMMUNI è infatti un tassello fondamentale per rinforzare la fase di tracciamento delle infezioni (fase che ha mostrato tutte le proprie criticità nel passaggio tra la prima e la seconda ondata). Il funzionamento è relativamente semplice: attraverso una app installata sul proprio cellulare, si è in grado di rintracciare tutti i dispositivi con cui si è stati in contatto per almeno quindici minuti nell’arco di due metri. La tecnologia è completamente anonima, nonostante le numerose perplessità avanzate da alcuni politici per il proprio tornaconto elettorale, in quanto si basa su codici univoci e temporanei che comunicano tramite il Bluetooth e il GPS degli smartphone. In questo modo, quando viene caricata una notifica di positività al virus, tutti coloro che sono stati a contatto, vengono avvertiti e possono quindi sottoporsi al tampone di controllo.

Nonostante qualche problema tecnico rilevato nelle fasi iniziali, purtroppo preventivabile in un software sviluppato in modo così rapido, la app ha oggi una certa solidità e ha il potenziale per essere uno strumento utilissimo nel contrasto al COVID. Serve però che un numero molto più alto di persone la scarichi, per coprire in modo efficace quanti più contatti possibile e interrompere la catena dei contagi su numeri ancora gestibili. Non possiamo inoltre accettare l’idea che, coscientemente o meno, alcune istituzioni sanitarie danneggino questo strumento tecnologico per imperizia nell’utilizzo o perché non ne condividano l’impostazione, cosa purtroppo già accaduta.

Nel 2020, in un mondo iperconnesso in cui qualsiasi persona, a meno che abbia scelto  di vivere isolata in una grotta, si trovi a condividere con aziende private di vario tipo una quantità enorme di dati, non possiamo permetterci di non condividere una comunicazione anonima che potrebbe fare la differenza nella lotta al COVID-19.

Mattia Peluchetti