I trasporti: una questione irrisolta

Riapertura, trasporti e COVID - Valle Camonica



Non sono disagi nuovi quelli denunciati dai passeggeri dei trasporti pubblici, ma sono anzi i più ricorrenti da parecchi anni a questa parte.
Fa un po’ più impressione pensarlo adesso, quando la questione non è solo l’urgenza di arrivare alla meta ma anche di arrivarci in salute.


I bus
L’8 marzo il Bresciaoggi riportava il sollievo dell’Agenzia del Tpl (Trasporto pubblico locale che, ricordiamo, si occupa del servizio dei mezzi di trasporto “su ruote di gomma”, ovvero i bus) - da tempo alle prese con una scarsità di fondi importante - per i risparmi che il Covid  avrebbe portato. La pandemia: una situazione così nuova, tanto che i contratti in essere non contemplavano la gestione di risparmi importanti; il loro uso in seguito all’immobilità dei mezzi per un periodo così lungo sarebbe stato oggetto di dialogo tra l’Agenzia, la Regione e le aziende dei trasporti.

Il lockdown e, in particolare, la chiusura delle scuole ha poi definitivamente spinto l’Agenzia a fare una riduzione quasi totale del servizio, tanto che sempre il Bresciaoggi in un articolo del 1 giugno 2020 accusa l’Agenzia di aver fatto dell’emergenza sanitaria un pretesto per sopprimere le corse per ragioni di interesse.
L’Agenzia si difende sostenendo che la loro strategia è quella di ripristinare il servizio calibrandolo in modo attento e giornaliero rispetto alla domanda.

I treni
Il 21 febbraio Trenord comunicava tramite il sito che i treni non avrebbero più fatto fermata a Codogno, Casalpusterlengo e Maleo. E’ l’inizio della pandemia.
Il 13 marzo Trenord registrava un calo dell’85% del flusso dei passeggeri e dal 16 marzo molte corse sono state soppresse. A metà maggio il servizio ferroviario torna ad essere potenziato del 75% e dal 3 giugno garantisce la disponibilità del 100% dei posti sulle tratte con più afflusso.
Dal 19 maggio approda l’App di Trenord che permette di avvisare in tempo reale i passeggeri del grado di affollamento della corsa (ricordando che allora la disponibilità dei posti era al 50% per quelli seduti e al 15% per quelli in piedi).
L’11 settembre la Regione in vista della riapertura delle scuole decide di ripristinare il servizio assicurando una disponibilità di posti all’80% (ovvero il 100% dei posti a sedere ed escludendo quelli nei corridoi per quelli in piedi) nelle ore di punta (raccomandando nella sua campagna di comunicazione i comportamenti del corretto viaggiatore: indossare la mascherina e……evitare di viaggiare nelle ore di punta!).
Tuttavia ‘servizio completo’ e ‘misure anti-covid’ non vanno ancora evidentemente molto d’accordo; l’episodio che ha reso palese la difficoltà è stato quello che ha visto decine di viaggiatori - tra cui anche molti studenti - obbligati dal capotreno a scendere a Castegnato a causa del convoglio troppo stipato. Inutile ripercorrere in parole il disagio e le proteste.

In Valle Camonica oggi
Oggi, alla luce della riapertura delle scuole da poco più di un mese, in Valle Camonica si registrano molte lamentele rispetto a importanti ritardi riscontrati nella tratta ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo.
A denunciarli non solo i genitori degli studenti ma anche la dirigenza scolastica del liceo Golgi di Breno.
Il 10 ottobre Il Giorno scriveva di un totale di quasi 160 milioni di euro stanziati per il miglioramento della tratta sopra citata, con l’obiettivo di garantire treni ogni mezz’ora per la tratta Brescia-Iseo e regolarizzare i servizi diretti di Brescia-Breno/Edolo ogni 60 minuti.
Il completamento degli interventi è previsto per il 2023.
Le lacune che quindi ancora rimangono si è offerta di riempirle proprio l’Agenzia del Tpl, che dopo aver sollecitato Trenord a rimuovere ritardi e affollamenti, ha promesso di coprire le criticità con nuove corsi di bus.
Tuttavia pare che anche i pullman siano spesso e volentieri in ritardo se non, in alcuni casi, proprio assenti; un docente del Golgi mi ha accennato di come alcuni ragazzini, che frequentano le ore di formazione alle olimpiadi di matematica il lunedì pomeriggio, uscendo alle 16 sono rimasti ad aspettare la solita corsa che non è mai arrivata.
"L’introduzione stessa di nuove corse richiede molto tempo", conferma la ministra dei trasporti De Micheli al Fatto Quotidiano. “Per ottenere un bus o un treno nuovo ci vogliono mediamente 2 anni”.

Elena Zeziola

Immagine di Ant Rozetsky su Unsplash.