Una ciclovia per la salute

Méde de Sivrac, Karl Drais, Ernest Michaux e John K.Starley
impiegarono un secolo per inventare la bicicletta.
Videro che era cosa buona e dissero: “Usatela stronzi”.

Proteggersi non comporta rinunciare alla bellezza e a volte ciò che pare essere una situazione sfavorevole, un’imperfezione delle cose, è proprio ciò che invece muove il nostro genio verso buone creazioni.


La SS 469 - Cosa
Avviluppata nella montagna con le sue rocce a strapiombo la SS 469 - Sebina Occidentale è uno dei tratti più suggestivi del lago d’Iseo.
Parimenti alla sua incommensurabile bellezza è anche la sua conosciuta pericolosità e scomodità che a fatica lo rende un percorso godibile sia per chi ci passa inscatolato nella sua autovettura sia per chi pedala ondeggiando paurosamente - specificità dei ciclisti.
Un problema insomma.
Ma di fronte a una porta si apre un portone, giusto?
Sì, ma come?

La ciclovia - Come
Le associazioni di Legambiente Alto Sebino, Italia Nostra Valle Camonica e ARIBI (Associazione per il rilancio della bicicletta di Bergamo) offrono la loro risposta in una lettera ai sindaci dei comuni del Sebino (Lovere, Castro, Solto Collina, Riva di Solto ed Endine), al Presidente della provincia di Bergamo e all’Assessore delle infrastrutture: rendere il tratto stradale che collega Castro a Riva di Solto una ciclovia.
Il sodalizio invita i comuni ad integrare il percorso con
- un'adeguata segnaletica orizzontale e verticale a tutela di ciclisti e pedoni
- una riduzione della velocità a 30 km prevenendo eventuali violazioni con sistemi di monitoraggio da
   remoto
- la possibilità che nei giorni festivi il percorso diventi esclusiva di ciclisti e pedoni per l'intero arco     
  delle giornate.
  



Cambiare - perché 

La ciclovia dei Bogn aveva già trovato buone ragioni d'esistere nei mesi precedenti alla pandemia; tuttavia ora, ancora più che in precedenza, la sua realizzazione sarebbe l'espressione di un "concreto farsi" di alcune esigenze emerse e riguardanti il periodo successivo all'emergenza:

- l'esigenza di ripensare ad un piano di mobilità urbana - su indicazione dello stesso Brusaferro - che
  possa aiutarci a cambiare il modo di vivere, di lavorare e di spostarci.

- l'esigenza di incentivare la creazione di infrastrutture pedonali e ciclistiche, l'acquisto di biciclette, la 
  riduzione del traffico e della velocità con zone ZTL, corsie preferenziali ecc.. - sollecito di cui si sono    occupate le principali associazioni ciclistiche e alcune ONG ambientaliste in una lettera al
  premier.

Non si tratta solo di proteggere l’ambiente, ma anche di preservare noi stessi da quella cagionevolezza che ci appartiene quanto più ci discostiamo dalla natura.
Ciò non comporterebbe nessuna prestanza particolare da parte nostra né il doverci immaginare tutti aitanti ciclisti (esiste la bicicletta a pedalata assistita), ma solamente una predisposizione a tendere i nostri sensi per cogliere tutti quei suoni, quei colori e quei profumi che finalmente, per una volta, non sarebbero quelli dell’asfalto, delle ruote e dei motori.

Maggiori dettagli sul sito di Italia Nostra Valle Camonica

Elena Zeziola