Se il Comune di Artogne si fa dettare la linea da Ignazio La Russa

"Oggi XXV Aprile, le indicazioni superiori impongono di evitare ogni forma di assembramento anche se limitato a poche persone. (...) Abbiamo pensato di onorare comunque la ricorrenza, con una corona al monumento comunale ai caduti di guerra, posata in forma solitaria e silenziosa da un membro della giunta comunale per significare l’espressione di lutto nei confronti dei caduti di guerra senza dimenticare la tristezza della popolazione tutta, per i deceduti a causa della pandemia in atto.
Convinti che torneranno i tempi delle feste, al momento non riusciamo ad esprimere allegria ma solamente rispetto e tristezza per tutti coloro che hanno perso la vita .
Per citare un grande italiano del dopoguerra, siamo certi che il futuro verrà costruito con spirito di consenso costruttivo nel rispetto delle libertà".

Nel 75° Anniversario della Liberazione la sindaca di Artogne Barbara Bonicelli non è riuscita a formulare niente di meglio di questo messaggio Facebook.
Nessun riferimento agli orrori del nazifascismo, nessun cenno al riscatto italiano grazie alla lotta partigiana, nessun richiamo ai valori della Resistenza alla base della Costituzione.
Pare che per lei il 25 Aprile sia la data di commemorazione dei caduti di guerra (tutti i caduti? tutte le guerre?), oltre che delle vittime della pandemia in atto.
Linea Ignazio La Russa per intenderci.
"Da quest’anno il 25 Aprile diventi, anziché divisivo, giornata di concordia nazionale nella quale ricordare i caduti di tutte le guerre, senza esclusione alcuna. E in questa data si accomuni anche il ricordo di tutte le vittime del Covid-19 che speriamo cessino proprio in aprile": così ha dichiarato il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio Benito Maria La Russa la scorsa settimana.
L'Amministrazione Comunale di Artogne ha prontamente eseguito il compito.
Al punto da ignorare il monumento dedicato alla Resistenza e alla libertà, posto in fondo alla scalinata della chiesa, nella piazza principale del Paese. A fianco del Municipio. Troppo divisivo deporre lì una corona?
Per non parlare del cippo alla memoria del partigiano fucilato dai fascisti Luigi Perinelli. Monumento posto nei pressi del cimitero di Artogne, a 500 metri dal Municipio. Troppa fatica raggiungerlo?

C'è da dire che la triste "performance" della Giunta di Artogne preoccupa ma purtroppo non stupisce. Già negli anni scorsi (quando gli assembramenti erano consentiti) la Bonicelli si era distinta per la sua puntuale assenza alle celebrazioni zonali del 25 Aprile.
E sì che la Comunità Montana di Valle Camonica, per iniziativa meritoria del Vicepresidente Attilio Cristini e del Direttivo, si era mossa bene, con un messaggio chiaro e convincente rivolto a tutti i Sindaci:
"Il prossimo 25 Aprile ricorre il 75° anniversario della Liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista: è la nostra Festa della Libertà riconquistata; è l'atto di nascita della Repubblica e della nostra Costituzione, è l'inizio della società civile e democratica in cui oggi tutti noi viviamo. (...) Il prossimo 25 Aprile, per le condizioni di restrizione dovute alla pandemia, non potremo vedere le piazze né partecipare ai cortei e alle fiaccolate che celebrano la memoria di quelle giornate di Libertà. Tuttavia il nostro ricordo dovrà emergere ancora più vivo; pertanto chiediamo ai Sindaci e a tutti i cittadini della Valle Camonica un gesto di partecipazione attiva e simbolica: che si esponga il Tricolore alle finestre e ai balconi dei Municipi e delle case, per condividere una giornata storica e un desiderio di rinascita e di nuova Libertà".
Prendiamo atto che, ad Artogne, gli amministratori "patrioti" di Fratelli d'Italia amano il Tricolore a giorni alterni.

Su un punto il sen. La Russa comunque ha ragione: il 25 Aprile è una giornata divisiva.
Non c'è dubbio.
Da una parte l'antifascismo, la lotta per la libertà, le radici della nostra Repubblica e della nostra Costituzione. Dall'altra il regime fascista complice dei nazisti, le leggi razziali, la violenza contro le minoranze.

Per un breve ripasso di storia consigliamo agli amministratori di Artogne il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
«Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.
Oggi celebriamo il settantacinquesimo anniversario della Liberazione, data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione.
La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case. Ai familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale, così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali. Manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese.
In questo giorno richiamiamo con determinazione questi valori. Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore.
(...) Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!».

Michele Cotti Cottini