Lettera Aperta a Gianmarco Ballardini

Hai lanciato su Facebook un grido di ribellione non tanto contro il virus, ma contro coloro che ci tratterrebbero abusivamente in casa violando addirittura a Costituzione.
Ricordi le prime parole pronunciate dal primo ministro inglese quando si è diffusa la pandemia? Boris Johnson, con indicibile arroganza, disse che non avrebbe mosso un dito. Poi, colpito in prima persona dal virus, ha cambiato rapidamente idea.

Tu hai scritto:
“Riprendiamoci la nostra libertà! Con questo grido invitiamo tutti coloro che vogliono essere LIBERI! 
Noi come popolo non riconosciamo il presidente del consiglio Conte, un presidente non eletto e scelto abusivamente contro il volere del popolo, e quindi riteniamo nulli i suoi decreti incostituzionali, di regime dittatoriale in nome di un virus che probabilmente è già stato debellato.
Prepariamoci senza violenza, SCENDIAMO IN STRADA con cartelloni e manifesti, con fischietti e megafoni, con le auto e clacson, senza nessun simbolo politico perché ricordatevi che i politici ci hanno tradito!
Uniamoci sotto il nostro tricolore per amore nostro e del nostro paese, tutti uniti italiani e stranieri come un unico popolo, un popolo sovrano!
Questo "distaccamento sociale" non è quello per il quale mio papà come moltissimi altri hanno lottato... Dobbiamo lottare anche noi per le future generazioni...”.

1. Ci sono parecchie confusioni nel tuo scritto. Non sono Conte, Fontana, Bonaccini ed altri che hanno limitato la nostra libertà. E’ il coronavirus che ci ha costretti alla reclusione. Potevamo ribellarci. Molti hanno manifestato spocchia e non hanno rispettato le necessarie precauzioni. Sono ritornati liberi? No, sono tornati a casa contagiati e bisognosi di cure intensive. Hanno giocato con la loro vita e, soprattutto, con quella degli altri: medici, infermieri, famigliari, amici, persone sconosciute. Dei veri killer, non degli uomini liberi. Non confondiamo la libertà con la presunzione di essere superiori agli altri o indenni, come pensava Boris Johnson.

2. Sempre pericoloso autonominarsi come rappresentanti del popolo. Il popolo sceglie attraverso le elezioni o i referendum. Nessuno può arrogarsi il diritto di rappresentare il popolo se non ha avuto una delega esplicita. Troppi parlano in nome della gente senza mai averla interpellata. Alcuni almeno sono forti dei voti presi alle elezioni (Salvini ad esempio un 17%, non il 51). Altri, senza nessuna delega da parte degli elettori, si arrogano il diritto di rappresentare il popolo. E’ pieno Facebook di questi cialtroni. Ti prego non accodarti.

3. Non c’è alcun articolo della Costituzione che dice che un presidente del Consiglio deve essere eletto. Le nostre leggi costituzionali danno al Presidente della Repubblica il potere di incaricare un possibile primo ministro. Spetta poi al Parlamento votare la fiducia. Conte (come Renzi, Monti, Ciampi e molti altri) non è stato eletto poiché le nostre leggi non prevedono l’elezione diretta del primo ministro, così come non prevedono l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Siamo quindi una dittatura? No, siamo una democrazia parlamentare. Tutto qui.

4. Veniamo al 25 aprile. Tu vai giustamente fiero delle scelte fatte da tuo padre (Firmo Ballardini), dopo l’8 settembre 1943. Era un giovane assolutamente sprovveduto dal punto di vista politico (me l’ha raccontato lui). Ma chiamato alle armi intuisce che non può continuare a combattere per un dittatore che ha precitato l’Italia nel baratro della guerra. Diserta, si rifugia in Valsaviore, e aderisce alla Resistenza. Oggi celebriamo questi saggi disertori che non vollero sostenere Hitler e Mussolini. Ma combatterono contro la dittatura e l’occupazione tedesca. Non contro il virus. Avevano già delle belle gatte da pelare. Non dovevano cercarne altre. E poi, per fortuna, il virus, semplicemente, nel 1943-45, non c’era.

Giancarlo Maculotti

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