Condominio solidale a Gianico

Quattro settimane di chiusura forzata. Ancora non sai come siano passate, con un tempo diventato lungo, illimitato e però sfuggente. Ci tocca addomesticare anche quello, per non sbriciolarlo nel nulla. Passo dopo passo, con ordine, scandendo le ore in piccole attività, ripetitive, confinate in spazi diversi della casa, concrete, a dispetto di un’immaginazione che vorrebbe nutrirsi di incertezza e timori. E’ necessario pure l’appuntamento serale, di coppia, con la TV, cercando il meno peggio. Meglio un film.

Ci autogestiamo per l’essenziale. I servizi nel centro storico di Gianico sono a portata di mano: gli alimentari, la farmacia, la posta. Una fortuna.

Viviamo in un condominio con sei nuclei familiari. Alcuni appartamenti sono vuoti perché usati come seconde case oppure in vendita. Noi siamo al quarto e ultimo piano. Ci siamo inventati di scendere e salire le scale per un tot numero di volte al giorno. Ci serve per tenerci in movimento. Mentre percorri, ti metti in ascolto del mondo, quello più vicino a te. Annusi profumi di chi si dedica alla cucina, ascolti voci di conversazioni e discussioni, ti stupisci per il silenzio del terzo piano dove vivono due bambini invisibili, e…succede che trovi sulle scale dello yogurt naturale del contadino che Domenica ha lasciato per te, o della salvia colta nel giardino della figlia. Stupore, gratitudine.

Il clima nel condominio è positivo: non si è dispersa l’atmosfera di clan che ci aveva portato a collaborare per gli addobbi della Funsciù di Gianico dell’anno scorso e ad organizzare tavolate collettive in cortile.

Quella rete adesso c’è.

Giovanni va quotidianamente nel suo ufficio a Costa Volpino e ci acquista i giornali, almeno una volta alla settimana, perché l’edicola in paese, appoggiata ad un bar, è chiusa. Abbiamo nostalgia del cartaceo, anche se i quotidiani ora sono disponibili on line. Mary, che ha una maestria speciale nelle sue mani, si rende disponibile a risvoltare i colli di due camicie di Alessio: non ci si rassegna a buttarle via, se il collo è logoro ed il resto è ancora funzionale.

Mary è sempre disponibile, per la cura dei fiori, per cucinare un pasto collettivo, per sistemare un orlo… Che cosa facciamo per il suo compleanno in piena quarantena? Niente tavolate di gruppo. Allora? Si mobilita l’energia e la creatività dei singoli.

Appuntamento alle finestre alle 13. Giovanni con il basso tuba e Francesco con il baritono danno il là. Partono gli auguri musicati e cantati, Paola e Alessandro srotolano lo striscione con gli auguri, decorato a più mani dai più giovani. E siccome non c’è compleanno senza brindisi e torta, ci ha pensato Domenica. In cortile un piccolo buffet, rigorosamente a turno, ciascuno prende il suo calice e la sua fetta di dolce. Lontani uno dall’altro, ma insieme, per un momento dimentichi del dramma che stiamo vivendo. Mary è commossa, ma anche noi, perchè niente è scontato di questi tempi.


Margherita ed Alessio