Flora Carla Masnovi

Domani sarà l’8 marzo. Quale occasione migliore per ripescare dall’archivio di Graffiti il ritratto di Carla, “piccola grande donna” di Ono S. Pietro? Sono trascorsi 22 anni ma lei, fortunatamente, è sempre la stessa.

Non è necessario che uno sia morto per parlarne in questo riquadro, come è accaduto negli ultimi numeri della rivista. Non è neanche necessario essere un vecchio comunista, un vecchio sindacalista o un vecchio partigiano. Si può essere anche giovani, comunisti, sindacalisti al femminile.
Lei, piccola grande donna, è comunista dai tempi del post sessantotto, è stata sindacalista sul posto di lavoro. Certo non è stata partigiana, è troppo giovane, ma ha lavorato e sta lavorando per gli altri.
Da pensionata infermiera si dedica ora, gratuitamente naturalmente, ai prelievi del sangue, alle analisi, alla cura degli anziani di Ono S. Pietro.
Corre (corre perché va sempre di corsa) ogni volta che qualcuno ha bisogno di un aiuto. E visto che questo non basta, ha deciso di andare fino in Camerun ad aiutare i figli di nessuno. Qui veramente i bambini non sono di nessuno. Ognuno cerca di sopravvivere per sé. E lei ha deciso di stare due mesi in un orfanotrofio con trenta piccoli, dai pochi mesi a pochi anni. Ha fatto da mamma, e mamma la chiamano i suoi piccoli, da infermiera, da cuoca, da aggiustatutto. Ha raccolto milioni offerti dagli amici, dagli sconosciuti ed anche dalla povera gente della Valle Camonica per portarli laddove povertà è scritta tutta in maiuscolo ed a lettere cubitali. Ha portato valigie e valigie di farmaci.
Ha portato il suo entusiasmo per il lavoro di infermiera e la sua passione per i bambini. E non contenta si appresta a tornarci per altri mesi. E spera ancora nell’aiuto di persone sensibili e generose. Quanti pensionati giovani e meno giovani non sanno come passare la giornata, non hanno trovato uno spazio nella società, non hanno un futuro. Lei, un modo di essere viva e utile, l’ha trovato.
E pensare che si è sempre detto che i comunisti, al contrario della carità cristiana, mangiavano i bambini.
(Guido e Katy, da Graffiti n. 58 - Gennaio 1998)