Chi sono le donne vittime di violenza in Lombardia?
Guardiamo i dati riportati nella Relazione informativa biennale al Consiglio regionale sull'attuazione della l.r. n. 11/2012: "Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore delle donne vittime di violenza" approvata dalla giunta regionale lombarda con deliberazione 2268 del 30 aprile 2024.La premessa è che i dati della relazione si riferiscono alle donne che si sono rivolte alle 27 reti territoriali antiviolenza in cerca di supporto e assistenza. Il dato di tutte le altre vittime, che non sono arrivate a chiedere aiuto, rimane nascosto, o, come dice la relazione stessa, "sommerso".
La violenza tra le mura di casa
Lo stato civile ci dice che più di una vittima su due è o è stata sposata. Considerando che, sempre secondo la nostra fonte, in più della metà dei casi di violenza di genere "l'autore del reato" è il coniuge, il convivente o l'ex, capiamo come il predatore non sia lo sconosciuto che si annida nel parco, quanto piuttosto la persona che sta vicina alla vittima.
E se ve lo state chiedendo, la nazionalità della vittima e in due casi su tre italiana, nel 29% dei casi extra UE e nel restante 5% dei casi UE.
Insomma, in Italia, la violenza è proprio una (lugubre) tradizione di famiglia.
L'età della vittima
Sono vittime di violenza, nella maggior parte dei casi, le donne tra i 25 e i 44 anni. Confrontando i dati del biennio, tuttavia, si vede come sia più che sestuplicata la percentuale delle vittime sotto i 17 anni, che passano dallo 0,21% all'1,21%.
Il livello di istruzione
Confrontando il titolo di studio delle donne prese in carico dal sistema antiviolenza con i dati medi per la popolazione femminile rilevati dall'Istat, colpisce come, mediamente, le vittime della violenza di genere abbiano un'istruzione migliore.
Il dato è tuttavia muto: non sappiamo se sia perché le donne più istruite tendano ad essere più consapevoli dei propri diritti e dunque denuncino con più frequenza, oppure se abbiano una emancipazione maggiore e questo le faccia cadere più spesso vittime della violenza dei maschi.
I servizi offerti dalle reti territoriali antiviolenza
Per il 50% delle donne che si rivolgono loro, "accoglienza" e "ascolto" (sono i cosiddetti servizi di accoglienza).
Se prendiamo invece i servizi "di presa in carico", quello più erogato è la "Consulenza legale e supporto al percorso giudiziario", a cui ricorrono più del 12% delle assistite: segno di quanto è importante (e difficile?) prendere le distanze, "ai sensi di legge", dal proprio aggressore.
Altri servizi sono meno frequenti, ma altrettanto fondamentali per le vittime. Pensiamo ad esempio al "Pronto intervento/messa in sicurezza fisica", cui ricorre il 2,6% dell'utenza, ma che può fare letteralmente la differenza tra la vita e la morte per chi ne ha bisogno.
Ivan Faiferri