Il nostro affezionato lettore Pier Luigi Fanetti (Gruppo sentieri della Resistenza Bresciana) ci ha scritto informandoci che ha proposto al professor Guerino Ramponi, presidente del Museo della Resistenza di Valsaviore, di intitolare al partigiano Gino Boldini l'itinerario che, su sua proposta e con la sua supervisione, è stato tracciato per collegare i sentieri della Resistenza B. Belotti in Valsaviore e F. Troletti in Val Malga dove operava la 54^ Brigata Garibaldi.
In merito al collegamento resistenziale tra la Val Saviore e la Val Malga, nella sua lettera Pier Luigi Fanetti ricorda due articoli pubblicati su Graffiti, che consiglia di rileggere...
Da Graffiti n. 252 (Ottobre 2015):
Valsaviore-Val Malga: nuovi percorsi storico-resistenziali?
Lo scorso maggio, pochi giorni prima della presentazione del libro La terza età della Resistenza a Sonico, nell’intento di verificare sul terreno la natura “osmotica” tra Valsaviore e Mortirolo – ovvero, tra Garibaldini e Fiamme Verdi – attribuita da Ezio Gulberti alla Val Malga, accompagnato da un’ottima guida ho percorso l’intero tratto che congiunge il Pla Lonc, alle pendici del Pian della Regina, con il Ponte del Faeto, in Val Malga, passando dalle Malghe Olda di Berzo e di Sonico: poco più di quattro ore di cammino, prendendola piuttosto comoda!
Una camminata nel corso della quale tendevano a scorrere in secondo piano i riferimenti storici, sommersi dalle incantevoli panoramiche paesaggistiche ed ambientali che andavano aprendosi, dal crinale immaginario che sposta gradualmente la visione dalla medio-bassa all’alta Valcamonica: dapprima le innumerevoli frazioni “solive” di Malonno e poi, via via, l’ampia conca di Edolo ed il sovrastante massiccio del Mortirolo, sullo sfondo del Bernina. Il tutto, dicevamo, senza distaccarsi da una cornice ambientale assemblata con giganteschi larici, fitte abetaie e la frequente intrusione degli altrimenti rarissimi abeti bianchi.
In questo senso – nel senso storico-ambientale –, arricchito anche dal contributo di Fausto Ramponi (socio di “Ad metalla”, oltre che dei “Luf del Piz Olda”), ho descritto il percorso escursionistico anche al presidente del Museo della Resistenza in Valsaviore, Guerino Ramponi, il quale, cogliendo adeguatamente la prospettiva, ha ipotizzato la chiamata in causa del Parco dell’Adamello e, quindi, della Comunità montana di Valle Camonica.
Quattro mesi dopo, giovedì 17 settembre, partecipando ad una commemorazione della battaglia di Prato Lungo – tra Angolo Terme e Borno – promossa da un gruppo escursionistico di Pegognaga (il paese d’origine del colonnello Ferruccio Lorenzini), ho avuto la felice opportunità di conversare a lungo con alcuni di questi “maturi” escursionisti, appassionati dei percorsi storico-ambientali. Il loro coordinatore, Luigi Zaniboni (camuno trapiantato nel Mantovano) in particolare, anticipando il mio presumibile invito a ritornare in Valcamonica su altri percorsi ugualmente allettanti sul piano escursionistico-ambientale non meno che su quello storico (Mortirolo, Valsaviore, Concarena, Malga Lunga, Monte Guglielmo), mi ha anticipato l’intenzione – già messa in programma – di una escursione in Valsaviore nella primavera (giugno, probabilmente) del 2016. Tombola!
L’accenno allo storico percorso resistenziale tra la Valsaviore e la Val Malga alle pendici del monte Olda, quindi, diventa null’altro che lo... sfondamento di una porta aperta: se serve, e se la cosa sarà opportunamente apprezzata, verremo su con barattoli di vernice e pennelli...
Tullio Clementi
Da Graffiti n. 269 (Aprile 2017):
Gare di moto o turismo dolce?
"Ordinaria amministrazione" sul tavolo dei delegati dell'Unione dei Comuni della Val Saviore: la richiesta di uno stop alle gare motoristiche nel Parco dell'Adamello. Richiesta respinta con tanto di argomentazioni perentorie: «Sì alle gare nel territorio dell'area protetta, perché auto e moto non corrono su sentieri e mulattiere. Da noi le persone che vogliono praticare discipline sportive di qualsiasi genere sono le benvenute. Crediamo che anche gli eventi motoristici ci offrono la possibilità di commercializzare il nostro territorio dal punto di vista turistico».
A parlare è Gian Battista Bernardi, sindaco di Berzo Demo ed assessore al Parco dell’Adamello in Comunità Montana, la stessa che ha speso un bel gruzzolo di soldi per incaricare un paio di Università di redigere come e cosa fare per il turismo in valle. Risposta delle Università: puntare su ambiente, paesaggio e cultura (le incisioni, tanto per citarne una).
Le stesse amministrazioni che mostrano mille perplessità sul finanziare e realizzare un sentiero delle Resistenza dalla Val Malga a Saviore, sebbene a Cevo ci sia un museo della Resistenza e ci si ritrovi più volte all'anno per convegni e manifestazioni all'aperto per ricordare un periodo storico ancora caro alle popolazioni dell'altopiano. Ci risulta che anche un percorso di ciclocross da Cevo al Dos del Curù trovi qualche difficoltà. Andare a piedi o in bici da queste parti sembra passare in secondo piano rispetto ad auto e motocross.
Gli Amici della Natura di Saviore evidentemente rabbrividiscono di fronte a queste scelte amministrative, avendo puntato a livello internazionale sul turismo dolce, o sostenibile come dir si voglia, e sui legami relazionali con gente di ogni genere che viene da mezzo mondo. Ma la stessa logica, oltre a quella delle Università, ci porta a pensare che la Val Saviore sia portata per un tipologia di vendita del proprio territorio indirizzata proprio sulla peculiarità di un paesaggio che ha boschi, prati, pascoli, montagne, rifugi, neve, storia antica e recente, campeggi, aria pulita, ecc. Tutta roba pensata per la città ed avuta in eredità dai nostri nonni. Vai a capire perché a qualcuno piacciono gli stessi rumori e frastuoni della città. Mah!!!
In merito al collegamento resistenziale tra la Val Saviore e la Val Malga, nella sua lettera Pier Luigi Fanetti ricorda due articoli pubblicati su Graffiti, che consiglia di rileggere...
Da Graffiti n. 252 (Ottobre 2015):
Valsaviore-Val Malga: nuovi percorsi storico-resistenziali?
Lo scorso maggio, pochi giorni prima della presentazione del libro La terza età della Resistenza a Sonico, nell’intento di verificare sul terreno la natura “osmotica” tra Valsaviore e Mortirolo – ovvero, tra Garibaldini e Fiamme Verdi – attribuita da Ezio Gulberti alla Val Malga, accompagnato da un’ottima guida ho percorso l’intero tratto che congiunge il Pla Lonc, alle pendici del Pian della Regina, con il Ponte del Faeto, in Val Malga, passando dalle Malghe Olda di Berzo e di Sonico: poco più di quattro ore di cammino, prendendola piuttosto comoda!
Una camminata nel corso della quale tendevano a scorrere in secondo piano i riferimenti storici, sommersi dalle incantevoli panoramiche paesaggistiche ed ambientali che andavano aprendosi, dal crinale immaginario che sposta gradualmente la visione dalla medio-bassa all’alta Valcamonica: dapprima le innumerevoli frazioni “solive” di Malonno e poi, via via, l’ampia conca di Edolo ed il sovrastante massiccio del Mortirolo, sullo sfondo del Bernina. Il tutto, dicevamo, senza distaccarsi da una cornice ambientale assemblata con giganteschi larici, fitte abetaie e la frequente intrusione degli altrimenti rarissimi abeti bianchi.
In questo senso – nel senso storico-ambientale –, arricchito anche dal contributo di Fausto Ramponi (socio di “Ad metalla”, oltre che dei “Luf del Piz Olda”), ho descritto il percorso escursionistico anche al presidente del Museo della Resistenza in Valsaviore, Guerino Ramponi, il quale, cogliendo adeguatamente la prospettiva, ha ipotizzato la chiamata in causa del Parco dell’Adamello e, quindi, della Comunità montana di Valle Camonica.
Quattro mesi dopo, giovedì 17 settembre, partecipando ad una commemorazione della battaglia di Prato Lungo – tra Angolo Terme e Borno – promossa da un gruppo escursionistico di Pegognaga (il paese d’origine del colonnello Ferruccio Lorenzini), ho avuto la felice opportunità di conversare a lungo con alcuni di questi “maturi” escursionisti, appassionati dei percorsi storico-ambientali. Il loro coordinatore, Luigi Zaniboni (camuno trapiantato nel Mantovano) in particolare, anticipando il mio presumibile invito a ritornare in Valcamonica su altri percorsi ugualmente allettanti sul piano escursionistico-ambientale non meno che su quello storico (Mortirolo, Valsaviore, Concarena, Malga Lunga, Monte Guglielmo), mi ha anticipato l’intenzione – già messa in programma – di una escursione in Valsaviore nella primavera (giugno, probabilmente) del 2016. Tombola!
L’accenno allo storico percorso resistenziale tra la Valsaviore e la Val Malga alle pendici del monte Olda, quindi, diventa null’altro che lo... sfondamento di una porta aperta: se serve, e se la cosa sarà opportunamente apprezzata, verremo su con barattoli di vernice e pennelli...
Tullio Clementi
Da Graffiti n. 269 (Aprile 2017):
Gare di moto o turismo dolce?
"Ordinaria amministrazione" sul tavolo dei delegati dell'Unione dei Comuni della Val Saviore: la richiesta di uno stop alle gare motoristiche nel Parco dell'Adamello. Richiesta respinta con tanto di argomentazioni perentorie: «Sì alle gare nel territorio dell'area protetta, perché auto e moto non corrono su sentieri e mulattiere. Da noi le persone che vogliono praticare discipline sportive di qualsiasi genere sono le benvenute. Crediamo che anche gli eventi motoristici ci offrono la possibilità di commercializzare il nostro territorio dal punto di vista turistico».
A parlare è Gian Battista Bernardi, sindaco di Berzo Demo ed assessore al Parco dell’Adamello in Comunità Montana, la stessa che ha speso un bel gruzzolo di soldi per incaricare un paio di Università di redigere come e cosa fare per il turismo in valle. Risposta delle Università: puntare su ambiente, paesaggio e cultura (le incisioni, tanto per citarne una).
Le stesse amministrazioni che mostrano mille perplessità sul finanziare e realizzare un sentiero delle Resistenza dalla Val Malga a Saviore, sebbene a Cevo ci sia un museo della Resistenza e ci si ritrovi più volte all'anno per convegni e manifestazioni all'aperto per ricordare un periodo storico ancora caro alle popolazioni dell'altopiano. Ci risulta che anche un percorso di ciclocross da Cevo al Dos del Curù trovi qualche difficoltà. Andare a piedi o in bici da queste parti sembra passare in secondo piano rispetto ad auto e motocross.
Gli Amici della Natura di Saviore evidentemente rabbrividiscono di fronte a queste scelte amministrative, avendo puntato a livello internazionale sul turismo dolce, o sostenibile come dir si voglia, e sui legami relazionali con gente di ogni genere che viene da mezzo mondo. Ma la stessa logica, oltre a quella delle Università, ci porta a pensare che la Val Saviore sia portata per un tipologia di vendita del proprio territorio indirizzata proprio sulla peculiarità di un paesaggio che ha boschi, prati, pascoli, montagne, rifugi, neve, storia antica e recente, campeggi, aria pulita, ecc. Tutta roba pensata per la città ed avuta in eredità dai nostri nonni. Vai a capire perché a qualcuno piacciono gli stessi rumori e frastuoni della città. Mah!!!
Guido Cenini