Il Ritratto: Claudia Taccolini

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 326 di Graffiti.

La fotografia della sindaca è rubata dalla sua pagina
di presentazione sul sito della lista Lovere Domani


 
Spontanea, genuina, amichevole.
Sono  queste le sensazioni immediate che ho provato nel dialogare con Claudia.
Per tutti e semplicemente, Claudia.
Un po’, ci conosciamo già; perciò ritrarla con questi toni ha il dolce gusto della riconferma.
La sua informalità e disponibilità sono ancora più significative perché espresse nell’elegante e intriso di storia ufficio del Sindaco di Lovere, in Villa Milesi, dove Claudia Taccolini mi ha accolto di mattina presto, dedicandomi più tempo di quanto la sua agenda da Prima Cittadina le prometteva di consentirmi.
Mi sembra la persona giusta nel suo momento giusto.
Non più ragazza e non certo estranea al pulsare della quotidianità loverese.
Nuova all’attività amministrativa formale, ma entrata da subito negli ingranaggi della macchina comunale e sovralocale.
Entusiasta ma non ingenua.
Donna matura ma giovanile, seria ma alla mano, dialogante ma risoluta.
In attesa di smentite, queste sono le vibrazioni che mi arrivano... fatti i conti con la mia più che decennale esperienza nell’osservare persone cimentarsi nei ruoli del più alto servizio civile.
Parla sempre “al noi” riferendosi al progetto e al gruppo di “Lovere Domani”, che l’ha scoperta, corteggiata, preparata e valorizzata, dopo qualche anno di curioso interesse ma senza avanzare troppo nella fila.
Quando le chiedo chi sia stato deciso come “queen maker”, convincendola che la nuova curva del suo cammino di impegno sociale potesse essere la candidatura a Sindaco, cita vari nomi: dal suo ex medico e già capogruppo uscente Graziano Martinelli – di cui tesse l’autorevolezza – al suo amico carissimo Gianantonio Benaglio, all’infaticabile Marco Bonomelli, arrivando alle cerchie dell’azienda in cui lavora e della sua famiglia: da tutti ha colto che questa scelta era possibile ed auspicabile, sia per se stessa sia per la comunità a cui appartiene.
Dove ha riversato fiumi di energie e passione per lo sport (pallavolo su tutti) ed il volontariato (oratorio, Pro Loco).
Il vero punto di svolta della sua vita recente? Il giorno dell’ufficializzazione della candidatura, dopo quaranta giorni di riflessioni e confronti: cruciale il sentirsi chiamata in un contesto nuovo, in un punto della vita in cui cercava nuovi stimoli nella sfera extraprofessionale.
Una scelta individuale e ponderata, condita da una scintilla di istinto.
Colgo tra le sue parole quella naturalezza di evoluzione dell’impegno civile che io stesso ho provato anni fa.
Questo è uno dei tanti punti di connessione che trovo con Claudia.
Connessioni.
Oltre i confini e i colori, oltre le storie e le peculiarità dei Comuni: Claudia ha capito anche uno dei rischi, o limiti, di una certa Lovere e ha organizzato il suo gruppo di maggioranza (e la Giunta in particolare) in apertura verso gli amministratori vicini, in ascolto verso le esperienze e le dinamiche sovracomunali, alla ricerca di un quadro più ampio e di uno sguardo alla stessa altezza.
Come sanno i meglio-informati, la giornata che ha proclamato Claudia Taccolini Sindaco di Lovere è stata estenuante e paradossale, con quindici schede a distaccare la lista uscente da tre mandati de “L’Ago”.
Fondamentali i voti assegnati alle altre due liste, oltre che una campagna elettorale ben condotta, che ha mostrato una squadra forte e credibile.
L’orologio corre, gli assessori entrano, gli appuntamenti con i funzionari e i cittadini incalzano: Claudia è concentrata ma serena, esprime sollievo per alcuni membri dell’Amministrazione uscente che le hanno garantito un responsabile “passaggio di consegne” interno (poi, meno teneri in Consiglio Comunale!), sul vagone del treno estivo che corre nella Lovere terra di turisti, eventi culturali e angoli di storia e arte senza eguali.
Lovere: una bella signora, elegante ma fragile.
Claudia: una guida solida dal cuore generoso.

Andrea Bonadei