Chi sale e chi scende nei numeri del turismo in Valle Camonica

Una coppia di turisti a spasso nelle Alpi. (Dall-E 2)

Abbiamo già trattato un paio di settimane fa di turismo, ma collegandolo ai siti culturali.
Proviamo a guardare i numeri più tecnici e specifici degli arrivi turistici nei comuni della Valle.
Prendiamo come base il dataset «Flussi turistici nei comuni lombardi» (settembre 2023), che esamina, negli anni 2019-2022, arrivi (detto in breve: chi fa il check in nella struttura) e presenze (detto in breve: posti occupati nella struttura) nelle strutture ricettive dei comuni della Lombardia, rilevando anche il tipo di struttura e l’origine delle persone ospitate.
Abbiamo estratto i dati relativi ai comuni della Valle Camonica (dove questi sono presenti: non sono disponibili i dati di Gianico per tutti e quattro gli anni, mentre sono lacunosi quelli di Cividate Camuno, Niardo, Ono S. Pietro, Cimbergo, Cedegolo e Ossimo) e oggi li osserveremo senza fare confronti fuori dalla Valle, e solamente osservando le cifre totali.
Per il futuro, si potrà pensare di ritornare su questa stessa base, per altre indagini (oggi il tempo è quello che è: c’è a chiudere il numero cartaceo di Graffiti!).
Iniziamo dall’anno 2022: gli arrivi in Valle sono 206.107. Di questi, più di un terzo (37%) ricade sul territorio di Ponte di Legno. Insieme al vicino comune di Temù (3° comune della valle in questa classifica), quest’area da sola fa il 57% del totale per quest’anno.
Questa la situazione dei primi 10 comuni:



 

Ma come sono cambiati questi numeri negli anni?
Rispetto al periodo pre-covid (2019) abbiamo una crescita del 5%, dove il 2020 aveva registrato un calo del 31% e il 2021 del 45%.
La curva, a «U», sembra dunque positiva:



 

Se guardiamo i dati aggregati per «area geografica» della valle (bassa, media e alta Valle Camonica), le terre del nord la fanno da padrone: nel 2022 i 13 comuni da Ponte di Legno a Cedegolo hanno registrato il 63% delle presenze, i 13 da Sellero a Cividate Camuno l’11,61% mentre i 7 da Piancogno a Pisogne erano al 25%.
Andando ad esaminare le variazioni rispetto al passato, ci sono effettivamente delle minime variazioni: nel 2019 l’alta valle arrivava al 64,4%, la media era il 9%, la bassa il 26,5%.



 

Queste variazioni, all’apparenza minima, sono la traccia in realtà di un mutamento più profondo.
Prendiamo la variazione degli arrivi tra il 2022 e il 2019 nei primi dieci comuni della Valle per arrivi: se ordiniamo la serie per questo valore, ecco che vediamo in testa alla classifica Corteno Golgi e Borno.


 

  Si tratta di due località sicuramente a vocazione turistica, ma «minori» rispetto a Ponte di Legno, Darfo Boario Terme o Pisogne, che aumentano rispettivamente del 25% e del 31% i propri arrivi.
In maniera ancora più inaspettata, in terza posizione troviamo Sonico, che rispetto al 2019 ottiene (in proporzione)  un impressionante +91,5%.
Significativo anche l’aumento di Temù (anche se in percentuale risulta una variazione «appena» del 7,8%, perché i numeri totali sono più alti), che va praticamente a compensare la diminuzione di arrivi a Ponte di Legno (-1,7%).
Quest’ultima è la località che, in numeri assoluti, registra il calo maggiore degli arrivi (comunque «briciole» rispetto al totale) nella nostra «Top 10». In generale le località turistiche più blasonate (Ponte, Darfo Boario Terme e Pisogne) registrano valori in diminuzione o invariati rispetto al 2019. La crescita totale degli arrivi sembra dunque legata ad un maggiore successo dei comuni (fino ad oggi?) meno votati al turismo.

Serviranno ulteriori analisi per vedere da che parte si muoveranno i flussi. Di sicuro, tuttavia, il predominio dell’Alta Valle non viene scalfito. Non sappiamo però quanto di questa supremazia sia dovuto al turismo invernale. Sarà un altro elemento da misurare nei prossimi anni, anche in rapporto ai cambiamento climatico.


Ivan Faiferri