#STORIE: Simone Pedersoli e i sogni a quattro ruote

«Sembrerebbe una mattina come tante, ma oggi mi sembra tutto un po’ speciale. Sarà perché quando qui da me c’è il sole bisogna quasi festeggiare». 
Leggi le prime frasi del libro I sogni hanno le ruote, di Simone Pedersoli, e subito lo ritrovi tra le righe, anche se non lo conosci molto. Una chiamata è sufficiente per essere investiti dal suo buon umore, dalla semplicità genuina con cui apre la finestra e si affaccia sul mondo.


Simone ha ventitré anni e la passione per i motori, nata da piccolissimo, quando suo papà inventava giochi da fare in macchina, durante i viaggi che lo portavano spesso a percorrere strade che sembravano non finire mai. Dal suo seggiolino, Simone ripeteva i nomi di tutte le auto che vedeva, finché non fu abbagliato da una Ferrari rossa fiammante. Decise subito che gli sarebbe piaciuto averla, un giorno. Per ora si accontenta del suo furgoncino verde pisello con cui sfreccia su e giù per la Valle Camonica, ma non si sa mai cosa il futuro gli possa riservare.
Nella testa di Simone i sogni vorticano a tempo di musica, probabilmente quella di Fedez, che gli ha anche scritto la prefazione del libro. Uno dei suoi più grandi desideri è quello di andare in televisione, a incontrare Cristiano Ronaldo. Per ora si è dovuto accontentare dello studio di TeleBoario, che ha mostrato con entusiasmo ai suoi followers su Instagram. Simone infatti è particolarmente attivo sui social, un influencer. Vorrebbe che diventasse un vero e proprio lavoro: la pubblicità, il marketing e più in generale il mondo dei media lo appassionano molto. «La cosa più bella è conoscere tanta gente. Ogni persona è una scoperta».
E anche Simone stesso è una scoperta, con i suoi baffi arricciati e un canarino sulla spalla. Solo in coda a tutto il resto, aggiungiamo che Simone ha un’atrofia muscolare spinale che lo obbliga a spostarsi su una - velocissima - carrozzina. L’abbiamo detto solo alla fine perché lui non è la sua malattia, è tante altre cose. La SMA2 - così si chiama nel gergo medico - è solo una componente di quella «vita normalissima e felice» che conduce alla Sacca di Esine. Parlare di disabilità è strano, limitante: il segreto di Simone è affrontarla indirettamente, facendo vedere la propria normalità e considerando la malattia come un punto di forza.
«È la mia vita, capisci?»

Maria Ducoli