Monte Tonale Occidentale (2694 m s.l.m.). Ultima frontiera del turismo?

 

 Con un importo di diverse decine di milioni di euro (da 40 a 60, a seconda delle stime) e un contributo regionale di 25 milioni di euro, il nuovo progetto di espansione del demanio sciabile di Ponte di Legno è uno dei principali investimenti pubblici in Valle Camonica. Le ragioni dell'economia e quelle della sostenibilità ambientale si scontrano di nuovo, attorno ad una cima, quella del Monte Tonale Occidentale, ricca di reperti e trincee della Prima Guerra Mondiale, che verrebbe sbancata, nelle intenzioni del progetto, per fare posto ad una terrazza panoramica e ad un rifugio di alta quota. Mentre le amministrazioni sono sicuramente favorevoli, la popolazione si è divisa e un comitato (MTO 2694) si è costituito per fermare l'opera. Ne abbiamo parlato sullo scorso numero di #Graffiti.

Monte Tonale Occidentale: ultima frontiera del turismo

Un investimento da 30 milioni di € su una montagna ricca di boschi e trincee


«I milioni che ci arrivano dai finanziamenti sono spesi in progetti che non tengono del tutto conto dei bisogni del territorio. Abbiamo strade che cadono a pezzi (anche quella del Tonale), il servizio di trasporto pubblico è insufficiente»


Una cascata di euro si sta per riversare su Ponte di Legno nei prossimi anni: «110 milioni di euro», che naturalmente «saranno allocati in maniera strategica e differenziata», come annuncia il periodico Adamello Magazine, che da anni promuove il comprensorio Ponte di Legno-Tonale.
Progetti che vanno dal completamento delle terme all’interramento della tangenziale che separa il paese dalle piste.
L’estate dalignese però si è infuocata per un intervento in particolare: l’espansione del demanio sciabile attraverso il nuovo impianto di risalita Colonia dei Vigili-Bleis-Monte Tonale Occidentale.

Un po’ di storia
A partire dal 2004, il Comune di Ponte di Legno e le sue società partecipate hanno iniziato una serie di importanti interventi per l’ampliamento del demanio sciabile, finanziati in buona parte da contributi pubblici. Come già ampiamente descritto in queste pagine, la Società Impianti Turistici (SIT), partecipata del comune, può anche beneficiare dei proventi di alcune centraline idroelettriche, gestite insieme a diversi privati. Questi investimenti, insieme alle politiche di espansione sui mercati dell’est Europa perseguite dal consorzio turistico Adamello Ski (ora Ponte di Legno Tonale) hanno portato ad un deciso aumento del numero di sciatori e turisti in Alta Valle. Negli ultimi anni, poi, sono sorti o sono stati ristrutturati alcuni alberghi a 4 stelle e, al passo del Tonale, è arrivato il primo 5 stelle.
L’espansione delle piste è stata il volano per una serie di altre iniziative e i Dalignesi sembrano intenzionati a non far fermare la macchina. Anzi, chi rema contro viene invitato a «non mettere il bastone nelle ruote» e a comprarsi «un gregge di capre» per andare «a pascolarle».

Il comitato MTO 2694
Tuttavia, qualche voce critica c’è. Il 27 agosto, nella «Sala Paradiso» dell’Hotel Mirella si è svolta un’assemblea indetta dal comitato «MTO 2694», con l’obiettivo di parlare del nuovo progettato impianto e mettere in luce alcuni problemi.
Il comitato è formato da un gruppo di cittadini, ed è nato per impulso di Emanuela Spedicato, membro del CAI locale e profonda conoscitrice della montagna. Il nome riprende le iniziali del Monte Tonale Occidentale e la quota della cima vicino a cui dovrebbe arrivare l’impianto di risalita.
La serata è partecipata: ma sono pochi i residenti, e parecchi i turisti. Tra i locali, ci sono anche alcuni sostenitori della nuova espansione delle piste e tra di loro, naturalmente, l’ex sindaco di Temù Corrado Tomasi e l’ex sindaco di Ponte di Legno, Mario Bezzi, venuto a difendere il progetto e che esordisce il suo intervento dicendo di sentirsi «Come Priebke ad una assemblea di Ebrei» (sic).
Qualche giorno dopo incontro uno dei promotori del comitato, Antonio Soverini, nella reception del suo campeggio all’imbocco della Val d’Avio, a Temù. Antonio è un giovane albergatore che sta portando avanti l’attività creata dai suoi genitori. Le ragioni del comitato, mi spiega, sono diverse.
«Ci siamo resi conto che un’opera del genere avrebbe comportato un costo importante dal punto di vista ambientale». Il progetto prevede lo sbancamento della cima del monte Tonale Occidentale per costruire l’arrivo dell’impianto, la terrazza panoramica, il rifugio; il taglio degli alberi della Val del Làres; la predisposizione di strade di accesso e della rete di innevamento artificiale.
«Il taglio dei larici è grave: sono una pianta meno comune dell’abete e più preziosa. Gli impianti si situeranno in una zona a rischio di valanghe, secondo lo stesso PGT del comune: così, il rischio aumenterà. Le opere antivalanga che saranno a quel punto necessarie (e sono previste dal progetto) richiederanno altri investimenti pesanti a livello paesaggistico».
Intervenendo all’assemblea su questo punto, Corrado Tomasi ha dichiarato che se si tagliano alberi in quel punto, verranno piantati da altre parti.
«Non è così però che funzionano le cose», mi spiega una dottoressa in scienze forestali, «il bosco impiega comunque decenni a ricrescere, mentre i danni ambientali per i versanti ci sarebbero subito».
Le piste saranno collocate su versanti esposti al sole: sulla vicina pista dell’Alpino si scia solamente per un periodo piuttosto limitato di tempo, rispetto al resto dei tracciati del Tonale. «L’impianto di innevamento artificiale», continua Soverini, «porterà ad un consumo idrico ulteriore. Già oggi gli alberghi del Tonale hanno problemi di approvvigionamento idrico».
Un ulteriore elemento è il danno ai manufatti della prima guerra mondiale presenti lungo il tracciato delle piste e degli impianti. «Beni culturali ritenuti intoccabili dallo stesso comune, nel piano di governo del territorio».
I sostenitori dell’impianto fanno notare però che la presenza della cabinovia permetterà una migliore fruizione di questi manufatti.
Secondo un volantino diffuso dal comitato, il progetto è un’idea «antistorica» e «inadeguata, un nonnulla dal punto di vista dell’ampliamento del demanio sciistico».
Al contrario, i fautori dell’intervento descrivono il miglioramento qualitativo che questo porterà al comprensorio: permettere il collegamento in quota tra le piste del lato trentino e quello bresciano, avviare una nuova attività ricettiva (il rifugio) e distribuire meglio gli sciatori che oggi si accalcano all’arrivo della cabinovia Ponte di Legno-Tonale.

Un turismo diverso, alla prova dei numeri
«I milioni che ci arrivano dai finanziamenti sono spesi in progetti che non tengono del tutto conto dei bisogni del territorio. Abbiamo strade che cadono a pezzi (anche quella del Tonale), il trasporto pubblico è insufficiente e in estate è carente il servizio di guardia medica», conclude Antonio.
Quello che il comitato propone come alternativa al progetto è «l’ampliamento dell'offerta invernale con percorsi da sci di fondo, di caspole e altre attività non invasive per l'ambiente, oltre che puntare a un turismo di qualità e non di quantità valorizzando anche il ricchissimo patrimonio storico culturale della località».
«Sono idee che andrebbero misurate alla prova dei numeri e di quelle che sono le richieste dei turisti», mi dice un operatore della pro loco locale, «Se il turismo culturale funzionasse, i centri turistici della valle dovrebbero essere Capo di Ponte e la media valle, non Ponte di Legno e Borno».
Idee di sviluppo completamente diverse da quelle dei membri di MTO 2694, che propongono invece «uno sviluppo armonico e sostenibile ed un “uso” rispettoso della natura».

Qualche dato
    • Popolazione del comune di Ponte di Legno: 1.735 abitanti (ISTAT, luglio 2021)
    • Investimento previsto: dai 40 ai 60 milioni di euro
    • Contributo regionale: 25 milioni di euro
    • Inaugurazione: inverno 2023/2024
    • Infrastrutture:
        ◦ 2 impianti di risalita (1800 persone/ora ca.)
        ◦ 3.730 m di lunghezza, 1.000 m di dislivello
        ◦ 3 nuove piste e 3 varianti (circa 8 km)
    • Infrastrutture collaterali
        ◦ Terrazza belvedere sulla cima del crinale
        ◦ Rifugio d’alta quota con ristorante e bar
        ◦ Rete di strade di servizio
        ◦ Sistema di smaltimento delle acque nere
        ◦ Impianto di innevamento artificiale