Grande sogno: i successi (e i limiti) di SIT

Inverno 2020: impianti chiusi. Ma la SIT, Società impianti turistici dei comuni di Ponte di Legno e Temù, può reggere botta?
Ecco come è nata e come se la passava qualche anno fa questo colosso del turismo camuno. Dall'archivio di Graffiti, novembre 2016.

La situazione dell’alta valle: un coacervo di sigle?
Il comprensorio Temù-Ponte di Legno-Tonale è attualmente la più importante realtà sciistica della Valle Camonica e vede crescere i propri numeri anno dopo anno, cosa che lo distingue nettamente, già da diversi anni, dagli altri comprensori camuni di Borno, della Val Palot e di Montecampione (fonte: A. Pozzi, Le implicazioni del cambiamento climatico sulle destinazioni alpine lombarde, IREALP, [2009]). 
Tra le società di impianti che operano sul territorio comprensoriale ci sono soggetti interamente privati (SINVAL, Società industriale di Valle Camonica, con sede a Edolo), soggetti pubblici (SIAV Società Infrastrutture Alta Valle Camonica spa, con sede a Ponte di Legno) e due soggetti a capitale misto pubblico-privato, ovvero Carosello Tonale spa (la società di impianti trentina, che controlla tra l’altro le funivie di Passo Paradiso e del Presena) e SIT Società impianti turistici spa, la società degli impianti del versante camuno, nonché il principale attore economico, con i suoi € 8.360.499,00 di ricavi (2015).
E’ bene ricordare che tutte queste società partecipano al Consorzio Adamello Ski (ora Ponte di Legno Tonale), l’ente che gestisce la promozione del comprensorio sciistico.
Se vi state perdendo in tutte queste sigle ed enti, sappiate che la situazione è ancora più complessa: sarà approfondita, prima o poi, su queste pagine.
Per ora ci occuperemo di SIT, sintetizzandone la storia e tratteggiando un quadro delle attività economiche e della situazione finanziaria degli ultimi anni. Sarà un modo per comprendere meglio uno dei pilastri su cui si sorregge il settore turistico dell’Alta Valle Camonica (con luci e ombre). Le fonti di questo articolo, oltre quelle già citate, sono i bilanci sociali del 2010-2015, lo statuto e le informazioni disponibili sul sito della società, oltre a pochi riferimenti a documenti dell’archivio storico del Comune di Ponte di Legno .

La storia
SIT nasce nel 1949 dalla fusione di due precedenti società private che si occupavano di impianti. Lo sci a Ponte di Legno era arrivato nel 1911, ma nel dopoguerra, con la costruzione dell’impianto di risalita del Corno d’Aola e di uno skilift a Poia, il settore stava facendo importanti passi in avanti.
Il Comune di Ponte di Legno, insieme al BIM, alla Provincia di Brescia e alla Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Ponte di Legno, entra nella società negli anni ‘50: l’ingresso del pubblico porta ad una espansione delle attività, con la costruzione delle funivie in Tonale, negli anni ‘60, il rifacimento degli impianti di Ponte di Legno alla fine degli anni ‘70 e il progressivo ammodernamento degli impianti. Nel 1978 viene costruita una piscina tutt’ora esistente, di proprietà della società, mentre nel 1984 il comprensorio è il primo a livello italiano a dotarsi di un impianto di innevamento artificiale.
I tempi si fanno difficili e il comprensorio negli anni ‘90 sente la necessità di un rinnovamento: finalmente, tra il 2000 e il 2003 vengono firmati gli accordi per la realizzazione del «grande sogno», cioè il collegamento tramite funivia tra il fondovalle e il Passo del Tonale, che si realizza a partire dal 2004 con l’aiuto di una operazione di finanziamento tramite emissione di piccoli pacchetti azionari che vengono acquistati dai privati.
Nel frattempo SIT si è trasformata, con l’ingresso di altri enti pubblici (tra cui il comune di Temù) e l’espansione in altri nuovi settori di attività.
Durante il primo decennio degli anni 2000 accanto alle attività di costruzione e manutenzione delle piste, gli operai della SIT realizzano l’impianto di teleriscaldamento dei comuni di Ponte di Legno e Temù (che verrà poi gestito da un’altra società pubblica partecipata dai due comuni), cosa che permette alla società di mantenere i conti in leggero attivo (di fronte a movimenti finanziari di diversi milioni di euro, gli utili si mantengono attorno a poche decine di migliaia di euro).
La società è stata gestita da personaggi di primo rilievo dello scenario politico dalignese e camuno: Remigio Maculotti, Enrico Tarsia, Giuseppe Mazzoli, Vittorio Marniga. Dal 2003 è presieduta da Mario Bezzi, che nel periodo 2004-2012 è stato anche sindaco di Ponte di Legno (e per un periodo, presidente di Adamello Ski).

La situazione attuale
Gli impianti di proprietà di SIT sono 12; inoltre la società gestisce per conto di SIAV spa la cabinovia Ponte di Legno-Colonia dei Vigili (primo tratto del «grande sogno»).
Attualmente, la società ha un capitale sociale di € 12.040.574,00; la proprietà è al 61,34% pubblica (oltre alla Fondazione Alta Valle Camonica, costituita dai Comuni di Ponte di Legno e Temù per gestire le loro partecipazioni azionarie, partecipano i comuni di Edolo, Sonico, Cedegolo, Saviore dell’Adamello, Temù e Vezza d’Oglio, la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Brescia, la Vicinia agraria di Ponte di Legno, l’Amministrazione Provinciale di Brescia) e al 38,66% privata.
Nel 2015 il bilancio complessivo assommava a € 30.075.633, il totale dei ricavi e proventi operativi era di € 8.360.499, l’utile a € 704.993.
SIT rappresenta uno dei principali datori di lavoro dell’Alta Valle Camonica. 
Nel 2015 il numero medio di dipendenti è stato di n. 49,70, in parte a tempo indeterminato, in parte a tempo determinato.
Sono numeri importanti sia dal punto di vista finanziario che dal lato dell’occupazione, soprattutto se si pensa che l’attività di SIT si riversa in particolare sui comuni di Ponte di Legno e Temù, che assommano insieme a meno di 3.000 abitanti.
La società è diretta da un organo di amministrazione di quattordici membri. Nel 2015 i consiglieri  hanno percepito gettoni di presenza nell’ordine di qualche centinaio di euro, al presidente spettavano € 41.533,33, al vice-presidente € 5.300, al collegio dei sindaci cifre dagli € 10.000 agli € 2.366,67. Inoltre è facoltà dell’assemblea riconoscere fino al 5% degli utili come remunerazione per i consiglieri: quest’anno questa cifra non è stata riconosciuta, cosa avvenuta invece in altri anni (ad esempio per gli utili del bilancio 2013).     

Lo sbarco nel settore idroelettrico
Prima del 2012, il bilancio di SIT generava risultati decisamente inferiori a quelli attuali; addirittura, alcuni anni si chiudevano in perdita: il bilancio 2008 segna una perdita di € 850.273. Questa situazione di stagnazione (o di perdita) è comune oggi a tutte le principali realtà sciistiche della Lombardia (Fonte: Associazione Dislivelli, 2015). Le piste sembrano produrre benefici nell’indotto, ma le società gestrici dipendono per lo più dai finanziamenti pubblici.
SIT è riuscita a svincolarsi da questo modello grazie alla decisione di diventare (anche) un’azienda che si dedica alla costruzione e gestione di impianti idroelettrici. 
Per questo sono state costituite due società: SIT service spa, controllata al 100% da SIT e SED Società elettrica dalignese, controllata al 70% da SIT e al 30% da ImBRE. Le società operano in primo luogo grazie a generose concessioni dei comuni di Ponte di Legno e Temù, che hanno ceduto a SIT il diritto di costruire centraline idroelettriche su alcuni corsi d’acqua del proprio territorio (a Ponte di Legno la cessione si è realizzata nel 2012 al prezzo di € 100.000: una bazzecola rispetto al guadagno previsto). 
I vantaggi per SIT sono stati enormi: le dichiarazioni dei dirigenti parlano di 60 milioni di euro nei prossimi trent’anni; nel bilancio 2015 i dividendi pagati a SIT dalla sola Società elettrica dalignese ammontano a € 1.680.000 (a cui si aggiungono altri € 300.000 che la controllata versa per via di ulteriori accordi).

Successo e limiti del modello
Il modello della SIT è di sicuro successo dal punto di economico: dopo più di 50 anni di attività, la società ha rafforzato il proprio ruolo come gestore di impianti, aumentando il numero delle funivie gestite e sapendole ammodernare; d’altra parte, con il lancio nel settore idroelettrico, ha aumentato la capacità di investimento. L’obiettivo della dirigenza è quello di scorporare i due rami d’azienda, facendo in modo che il settore impianti si autofinanzi, mentre quello idroelettrico generi utili da reinvestire sul territorio.
Tutto finisce bene, dunque? Non proprio: ci sono almeno tre elementi critici, il primo contingente, i restanti strutturali. 
In primo luogo, un nascente conflitto tra SIT e il Consorzio Adamello Ski, con la società dalignese che reclama un ruolo più centrale a discapito soprattutto delle controparti trentine.
In seconda battuta, il fatto che l’attuale opulenza di SIT è derivata dalla possibilità di gestire in proprio i canoni di sfruttamento degli impianti idroelettrici, sottratti in questo modo ai comuni: scelta che lega il destino dell’alta valle a quello degli impianti turistici e in particolare delle piste.
In terzo luogo, ed è l’elemento secondo chi scrive più inquietante, la scarsa separazione tra potere politico e dirigenza di SIT: i dirigenti sono spesso amministratori comunali di Ponte di Legno o Temù. 
Da un lato, questo significa che in caso di amministrazioni comunali incapaci di coordinarsi, la società potrebbe risentirne; in secondo luogo, significa che per i dipendenti potrebbe essere poco chiaro che il proprio posto di lavoro è concesso da SIT, l’ente economico, e non dal sindaco o amministratore di turno. 
Proprio su queste pagine ho denunciato come, sempre in occasione del referendum del 2012, un cittadino esortasse l’allora sindaco di Ponte di Legno, Mario Bezzi a licenziare i dipendenti di SIT contrari alla fusione. Penso che i primi che trarrebbero vantaggio dal risolvere questa situazione di scarsa trasparenza sarebbero proprio gli azionisti di SIT. 



Ivan Faiferri