Sul fiume Oglio un’aula didattica. Si chiama Alessandra


Camminando sulla pista ciclabile del fiume Oglio, in prossimità di Piazza Abbeveratore a Darfo, incrociamo un’installazione che stupisce: nel prato che degrada leggermente verso l’alveo una sequenza di tavoli e panche in legno massiccio, orientati verso un tavolo centrale posto verso il fiume. Legno, verde, acqua: l’insieme è perfetto, dà una sensazione di armonia, sono corpi ben inseriti nel paesaggio. Ma a che scopo? 
I manufatti stanno lì da qualche settimana, non di più. Sono un’apparizione recente. Poco lontano un pannello esplicativo. Si tratta di un’aula didattica, che consente di fare lezioni all’aperto e può essere fruita senza prenotazioni da classi, in primis (visto che ci sono edifici scolastici nelle vicinanze), ma anche da gruppi, associazioni che, anziché incontrarsi al chiuso, scelgono un luogo ameno all’aperto. E perché no, anche da singoli in riposo, lettura e meditazione, o in conversazione.
Il pannello ci spiega che l’idea non è nuova: l’aula didattica all’aperto nasce per motivi sanitari in Olanda all’inizio del Novecento per difendere i bambini dalla tubercolosi e questa funzione può mantenere nel presente, in cui si richiede che la comunità continui a mantenere distanziamento durante le attività collettive. 
Una splendida idea.  
Leggendo scopriamo che gli arredi sono stati realizzati con il legname degli alberi abbattuti in Valle Camonica dalla tempesta Vaia: quindi un riutilizzo sociale di materiale locale, ecologico, solido. Il progetto è di Italia Nostra sezione di Valle Camonica in collaborazione con l’Azienda Fedabo che è sempre di più impegnata in azioni concrete per la sostenibilità ambientale in chiave sociale della nostra Valle. E’ chiaro che questa benedetta sostenibilità, di cui tutti ora parlano a proposito e a sproposito, ha bisogno di tradursi in azioni, scelte, comportamenti che davvero ci chiamano in causa tutti e tutte nella quotidianità. Cittadine e cittadini, politici ed imprenditori. L’aula è intitolata ad Alessandra che noi abbiamo conosciuto. Ora è una farfalla che si aggira leggera nell’aria e talvolta si posa a riposare accanto a chi si ferma a contemplare la bellezza del mondo e pensa come proteggerla.  

Margherita Moles