La Dea delle acque

La Valle Camonica non è solo sito di incisioni rupestri ma anche di rari gioielli di epoca romana. Uno di questi è il santuario di Minerva sito in località Spinera di Breno.
Sottoposto a restauro conservativo nel 2003 ed aperto al pubblico nel 2007, è vero e proprio museo all’aperto. Vi si accede sia da Cividate Camuno che da Breno percorrendo la comoda ciclabile che costeggia il fiume Oglio.



Il santuario sorge addossato ad uno sperone roccioso, proprio nei pressi di una grotta naturale entro la quale, ai tempi, sgorgava una sorgente. Il sito non è nato in epoca romana bensì durante l’età del ferro ed a testimoniarlo sono i recinti di pietre per l’accensione di roghi votivi ritrovati durante gli scavi. Successivamente con la romanizzazione del territorio camuno avvenuta all’inizio del I secolo, il precedente santuario venne inglobato in un tempio molto più complesso dedicato alla dea Minerva. La struttura, ingrandita in età Flavia, è costituita da una serie di ambienti allineati contro la roccia. Le aule principali, a cui si accedeva attraverso una breve scalinata posta al centro del cortile, erano decorate con affreschi musivi e recavano una pavimentazione a mosaico.
Proprio al centro, nella sala principale, vi era la statua della dea Minerva: oggetto di culto da parte dei tanti devoti che si recavano al tempio per offrire doni in cambio di benefici. Ad oggi nel santuario è possibile vede una ricostruzione della statua che era accolta in una nicchia sopraelevata. Un modello statuario greco del V Secolo d.C. dell’‘Athena Hygeia’ con il capo cinto dal cimiero e con indosso il lungo chitone. Naturalmente l’originale è custodito all’interno del Museo Archeologico di Cividate Camuno. La struttura del santuario si completava, infine, con degli ambienti laterali e con due ali porticate che delimitavano lo spazio esterno.

Osservando il santuario si può immaginare quanto sia stato affascinante ai tempi dei romani. Quando le pareti vibravano di colore e oltre allo scrosciare dell’acqua gli spazi erano inondati dal profumo di incenso che bruciava nei bracieri. Suggestione che oggi vuole essere in parte resa attraverso riproduzioni sonore (lo scorrere dell’acqua della sorgente) e visive (attraverso proiezioni).
I pannelli informativi, posti lungo il percorso, spiegano in modo meticoloso la storia del santuario dalla sua fondazione al suo disuso avvenuto nel IV secolo con il processo di cristianizzazione del territorio che fece progressivamente abbandonare il culto di Minerva e di conseguenza anche la fruizione del santuario, che nel secolo successivo fu infine distrutto da un violento incendio. In seguito, i materiali asportati dal tempio vennero trasportati nei centri vicini per essere riutilizzati, fino a che durante il XIII secolo un'alluvione dell'Oglio non ricoprì l'area di detriti e fango ed il sito fu definitivamente cancellato.

É curioso rammentare quanto il culto pagano sia concatenato con quello mariano soprattutto nelle valli alpine. Infatti nel 1545 venne inaugurata, poco lontano, la chiesetta dedicata alla Vergine sul ponte della Minerva. Secondo alcuni la scelta di costruire un edificio consacrato ha avuto origine per distogliere l’attenzione dalle leggende di un tempio pagano dedicato alla dea delle acque sito poco lontano, oppure più semplicemente, con l'evolversi e l'avvicendarsi dei secoli, cambiando le genti, le religioni ed i riti adottati, dal santuario si è passati all'edificazione di una chiesetta e all'immagine di Minerva è subentrata quella della Madonna. Insomma si è trasformata la ‘forma' per adattarsi al nuovo ‘contenuto’. Resta il fatto che, pur mutandosi, quel piccolo ritaglio di territorio rimane terreno importante, permeato di culto, dall’epoca del ferro fin ai giorni nostri.

Il santuario non è sempre aperto al pubblico. Per visitarlo bisogna fissare un appuntamento chiamando il Museo Archeologico di Cividate Camuno oppure è possibile visitarlo in occasione di ogni prima domenica del mese. L’ingresso è gratuito e la struttura è accessibile a chiunque, grazie anche alle rampe che rendono più agevole il percorso a persone anziane o con disabilità.

INFO:
> Indirizzo: Località Spinera, Breno
E-mail
> Telefono: 0364.344301

Francesca Cocchi
(da Graffiti n. 295, Ottobre 2019)