Ode al Marpione Camuno. Ode alla satira dal basso.

Mi presento, sono Befeldo, quello delle vignette che vedete sulle pagine del nostro giornale e, ogni tanto, qui sui social. Io provo a far satira e lo faccio nel modo più classico, esponendo le mie idee, i miei ideali e cercando, nel mio piccolissimo, di suscitare una riflessione nel lettore, magari strappandogli una risata. Questa metodologia ha però un piccolo difetto mascherato da pregio: si rivolge ad un pubblico che condivide generalmente quelle mie idee e quei miei ideali. Poi ci sono le vittime della mia satira e i loro tifosi ai quali arriva l’ “offesa” e che, di norma, scatenano il dibattito più meno civile (in base a quanto si parli più o meno della Lega, ma questo è un dettaglio che non c’entra). Questo meccanismo è purtroppo comune a tante iniziative che trattano temi sociali, facciamo un esempio: un convegno anti-omofobia avrà quasi certamente un pubblico composto nella stragrande maggioranza da persone anti-omofobe. Per questo quel tema è più efficace portarlo dove il pubblico è eterogeneo, come nelle scuole, nei locali, nei festival, parlando a tutti e colpendo direttamente che ha idee omofobe, tentando di fargli cambiare idea, migliorando di fatto la società.
A questo punto vi chiedo uno sforzo, poiché sono certo che molti di voi, andando sulla pagina del nostro protagonista e leggendo a caso molti dei suoi post, mi potrebbero prendere per scemo. Parliamo infatti de Il Marpione Camuno (e già il nome...) e dei suoi meme demenziali che rendono la nostra Valle, i personaggi che la popolano e i luoghi apparentemente più sperduti, protagonisti di risate tra un vastissimo pubblico soprattutto di giovani. Il Marpione è esploso relativamente in poco tempo, parlando un linguaggio schietto, spesso scurrile e trattando di temi che, diciamocelo, i grandi della nostra satira non si sognerebbero neppure di sfiorare (avete mai sentito parlare Forattini della sagra dell’anatra di Angone o dei fisicatissimi pulcini del Vezza? eh...). Tutto questo rappresenta una superficie goliardica che crea affezione nei suoi fans, fa spogliatoio a volte anche in modo basso, ma crea legame e, solo seguendolo, ci si rende conto che spesso, in maniera mirata e intelligente, piazza dei concetti alti, parla di sociale, perfino di politica, spiazzando buona parte del suo pubblico ma creando dibattito, facendo venire a galla ideali che non ti aspetti da una pagina del genere e colpendo quelli che lo seguono ma che quegli ideali non li condividono. (Per semplificare: è quello che è accaduto con l’ultimo film di Checco Zalone, intorno al quale si è creato entusiasmo anche tra molti Italiani razzisti perché sembrava parlasse degli stranieri in chiave stereotipata, per poi essere odiato degli stessi razzisti che si sono sentiti presi in giro dai concetti e dai temi del film. Altro esempio i personaggi di Martina Dell’Ombra e di Borat). Insomma chi possiede la chiave di questo tipo di satira, in questi tempi moderni, ha davvero l’opportunità di rivolgersi a chi certi concetti non li vorrebbe nemmeno sentire e, forse, davvero piantare in loro un semino pronto a germogliare anche grazie alle risate sguaiate e di bassa lega. Il Marpione lo fa indossando una maschera e fregandosene della notorietà, spero che lo faccia sempre di più e sempre più seguito. Che sia davvero il super eroe di cui la Valle aveva bisogno?