Vaccinati e no

Due notizie apparentemente in  contraddizione segnano la settimana della Valle nella lunga e dolorosa vicenda collettiva del Covid 19. La prima è  il primato valligiano rispetto alla provincia nell'adesione  alla campagna di vaccinazioni.
La nostra Valle, tra i primi 15 Comuni bresciani per numero di vaccinati, ne conta ben nove, con percentuali superiori al 90 cento, contro una media provinciale dell'86; dal 95,7 di Vezza d'Oglio al 92 di Capo di Ponte, con dati intermedi di Berzo Inferiore, Sellero, Cerveno, Paspardo, Monno, Ceto e Vione.
La seconda è la dolorosa sconcertante morte della giovane madre non vaccinata a Pianborno.
A ricordarci che di virus si muore ancora, anche giovani e sani, e che i non vaccinati sono infinitamente piu a rischio. 
Notizie di segno opposto, una perfino in cronaca nazionale, che in realtà si integrano nella conferma di ciò che è insieme un dato di esperienza, di buon senso, di razionale decisione scientifica e politica: il vaccino c'è, è di buona efficacia e di accettabile rischio, e va usato contro il Covid. A larghissima maggioranza lo abbiamo capito, a livello locale meglio e ancor più che a livello nazionale. Cosa che ci piace rilevare e rimarcare. Anche perché rifiutano sul terreno pratico, questi dati, certa leadership "culturale" che in Valle fa da tempo molta presa sul terreno politico. Quella di Salvini, tanto per non far nomi, che alla campagna vaccinazioni non ha dato alcun contributo di sollecitazione e di esempio, mai facendo una scelta netta, arrivando tra gli ultimi a vaccinarsi lui stesso. Lui a supporto dei dubbiosi e degli scettici del vaccino, allora, con la stessa logica con cui ora denigra e cerca di arginare l'obbligo del green pass.
Le due notizie di cui sopra ci dicono, nel suo segno positivo l'una, nella sua dolorosa crudezza l'altra, che la realtà fa giustizia degli opportunismi e degli ideologismi.

Bruno Bonafini