Chi troppe firme, chi una lista sola: stranezze e sorprese delle Comunali

Pubblichiamo il nostro speciale sulle elezioni amministrative del 3/4 ottobre, che trovate anche sul numero cartaceo di Graffiti, in uscita in questi giorni. (Vuoi abbonarti? Clicca qui per sapere come)

Sono quasi quattordicimila gli elettori camuni chiamati alle urne il 3-4 ottobre per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale. A questi vanno sommati gli oltre settemila costavolpinesi, mentre con ogni probabilità restano fermi un turno gli elettori biennesi. La figuraccia rimediata dalla compagine uscente è ormai nota: unica lista in campo se non fosse che la sovrabbondanza di firme depositate (98 anzichè le massimo 60 previste dalla legge) sta portando dritti al commissariamento del comune e al rinvio delle elezioni al 2022, quando giungeranno a scadenza anche le amministrazioni di Paspardo e soprattutto Darfo Boario Terme. Ma del dopo-Mondini avremo modo di parlare nei prossimi numeri di Graffiti, concentriamoci qui sulle sfide autunnali.
Il centrosinistra già cinque anni fa non aveva brillato nei comuni al voto, con l'unica rilevantissima eccezione di Costa Volpino (Mauro Bonomelli - Pd - risultò riconfermato sindaco con l'80,1%). Nel 2021 il campo progressista risulta ai blocchi di partenza ancor più indebolito, fino all'assoluta inconsistenza in molti paesi. Nonostante l'attivismo - forse un po' tardivo - del segretario zonale Pd Pier Luigi Mottinelli, che per lo meno ha centrato l'obiettivo di evitare la riproposizione di una lista unica ad Incudine: il vicesindaco uscente Diego Carli se la deve vedere con Costantino Vito Violi (Uniti per Incudine). Resta invece scoperto il fronte democratico ad Ono San Pietro: se cinque anni fa la Broggi conquistò in perfetta solitudine il suo terzo mandato (affluenza al 72,9%), ora anche il suo erede Fiorenzo Formentelli è destinato ad una stessa facile scontata vittoria per assenza di sfidanti. 
Ad Artogne la destra è talmente forte da potersi permettere una spaccatura interna alla giunta con conseguente derby elettorale. Da un lato la sindaca uscente Barbara Bonicelli che ha aggiunto al simbolo della Lega, già presente cinque anni fa, pure quello di Fratelli d'Italia, tanto per non farsi mancare niente. A sfidarla il suo stesso assessore ai lavori pubblici Giuseppe Andreoli, classe 1944, con una formazione last minute che prova a presentarsi con un taglio maggiormente civico. Dopo 20 anni di presenza in consiglio comunale, di cui 10 sugli scranni della maggioranza, non si è invece presentato Il Maglio, i cui 832 voti raccolti nel 2016 sono sulla carta determinanti per definire il nuovo esito elettorale (il bottino del centrodestra fu allora di 1326 voti).
A Pian Camuno si ripropone la stessa sfida di cinque anni fa: da un lato il sindaco uscente Giorgio Ramazzini (già responsabile comunale di Alleanza Nazionale), dall'altro Marcello Santicoli. Candidato con Ramazzini anche Samuele Bertoli (Italia Viva).
L'avvocata Raffaella Richini (civica di centrosinistra), già consigliere comunale di maggioranza quando sindaco era Fiorino Fenini, è l'outsider che a Esine prova a scalzare il primo cittadino uscente Emanuele Moraschini (civica di centrodestra). Fronti ricompattati dunque dopo la corsa a quattro del 2016: allora Moraschini vinse nettamente (44,4%) sulle due liste nate in seno all’amministrazione Fenini (Federici si fermò al 26,7%, Baiocchi al 14,3%).
Sfida affollata a Ossimo: il sindaco uscente Cristian Farisè (Italia Viva) se la deve vedere con due liste sfidanti: i giovani di Insieme per Ossimo capitanati da Marco Bottichio (ex simpatizzante del M5S, attualmente vicino a FdI) e il Grande Nord (nel simbolo anche un piccolo nostalgico sole delle Alpi) di Silvia Bottichio.
Infine Losine: Mario Chiappini (civica di centrosinistra) nel 2016 vinse con uno scarto di 30 voti grazie alla divisione del fronte opposto, ora ricompattato sotto la guida di Daniele Dò.
Come sempre offrire una chiave di lettura politica alle amministrative dei comuni valligiani è impresa piuttosto ardua. 
Potrà forse essere una buona cartina di tornasole il decalogo-appello lanciato dal Pd camuno, che si impegna a sostenere quei candidati che decideranno di sottoscriverlo. Dai valori dell'antifascismo ("contro un vocabolario politico intollerante e razzista verso lo straniero e il diverso", "c’è bisogno di ribadire che il fascismo è stato violenza, privazione di libertà e di futuro") al green new deal ("c’è bisogno di rigenerazione urbana anche dei Borghi Alpini, riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, proteggendo le biodiversità").

La redazione