Certificato vaccinale e pensiero critico

"Non ho niente contro i vaccini, ma".
"Io mi fido della scienza, eppure".
La mia piccola bolla (persone che frequento fisicamente o con cui ho contatti mediati dalle varie piattaforme digitali) esplode in questi giorni di frasi di questo tipo.
Sul posto di lavoro, persone stimatissime rifiutano l'idea che lo stato cerchi di aumentare le vaccinazioni. Sulla rete leggo messaggi di persone di ogni colore politico, laureate o con la terza media, che inveiscono contro la soppressione della libertà data dal certificato vaccinale (il cosiddetto green pass), equiparabile, dicono, alla dittatura fascista.
Non capisco chi individualmente scegliere di non vaccinarsi, ma rispetto la sua scelta, pensando di non poter conoscere la realtà personale che ci sta dietro. 
Trovo assurdo lamentarsi se lo Stato cerca di incentivare le vaccinazioni.
Come disse qualche tempo fa Giorgia Meloni, un certificato vaccinale era da approvare al più presto. Diffondere i vaccini è l'unica speranza (deboluccia, a parere di chi scrive), per poter continuare ad aprire anche nel mezzo dell'aumento dei casi (tra qualche settimana ci risentiamo per vedere come sono andati i numeri sulle ospedalizzazioni ospedalizzazioni e i decessi).
La vicenda dei certificati vaccinali, con le proteste di piazza che contribuiranno alla diffusione del virus, la strumentalizzazione politica, la conferma delle altissima sfiducia nei confronti della scienza da parte di una minoranza rilevante di persone, rivela ancora una volta che non ci sono vie facili per indebolire la nostra tendenza al complottismo. 
Oggi Il problema sono i vaccini, domani ci sarà il cambiamento climatico, i flussi migratori o chissà cosa altro.
C'è un lungo lavoro da fare nel breve periodo, per convincere gli indecisi e smontare le argomentazioni della propaganda anti vaccinale, ma sul lungo periodo il lavoro è ancora maggiore: si tratta di investire ancora più sull'istruzione e l'educazione. 
In questi ultimi secoli abbiamo imparato una cosa: il sistema scolastico, pur con tutti i suoi limiti, è lo strumento migliore che abbiamo per promuovere il pensiero critico e formare cittadini consapevoli.
Non tanto cittadini che obbediscono ciecamente al potere costituito, ma che siano in grado di prendere decisioni responsabili, affrontando il contrasto tra la propria pretesa libertà personale e il diritto altrui alla salute. La prima te la puoi arrogare arrogare calpestando gli altri, il secondo lo puoi avere soltanto se la comunità attorno a te collabora. 

Ivan Faiferri