Un panno di cotone può sostituire la plastica?

 

Immagine di Jasmin Sessler su Unsplash

 Voglio considerare un onore trascorrere la Giornata Internazionale della Terra, 22 aprile, dedicando parte del mio tempo a condividere con voi lettori gli stimoli ricevuti da un incontro interessante con Massimo Massarotto e Nicola Pazzobon, proposto dal GAS di Iseo.
Sulla Terra devastata occorrono grandi pensieri, importanti e decisive scelte politiche, ma anche tanti, tantissimi gesti dentro la quotidianità che noi cittadine e cittadini possiamo compiere. Ad esempio imparare a vivere per quanto possibile in un mondo plastic free. Quanto ci piace, ma come? I materiali che abbiamo a disposizione per l’uso quotidiano, anche in cucina, continuano ad essere quelli. Come ce ne sbarazziamo? Come facciamo a vivere senza un comodo rotolo di domopak pellicola ultraaderente con cui rivestire pezzi di formaggio o di salame, oppure piatti e tazze in cui conserviamo e trasportiamo del cibo? Indispensabile ed insostituibile, anche se è un pezzo di quell’ “usa e getta” che inquina l’ambiente e viene disperso nei mari.
Sul mercato invece, lemme lemme, e alla nostra insaputa è arrivato Apepak.   È un panno di cotone biologico, imbevuto di cera d’api e di resina di pino, quindi naturale e antisettico. Tutte materie certificate biologiche. Si avvolge attorno al cibo, lo si può modellare con le mani, si sigilla. Permette al cibo una leggera traspirazione, ritarda la formazione delle muffe. E' sufficiente lavarlo con acqua fredda e sapone per un nuovo utilizzo. Ci sono misure standard, più o meno grandi, facilmente adattabili; alla fine del suo uso, un paio d’anni, può essere eliminato fra gli scarti biodegradabili.
Veramente innovativo. Apepak nasce dall’incontro di Massimo e Molly, lui veneto lei americana, che nella loro progettazione si ispirano ai modelli di innovazione tecnologica  californiani a vantaggio della collettività. C’è una fissa che li unisce: riuscire a tenere insieme la passione per il cibo e il rifiuto di ciò che va a discapito dell’ambiente, come il packaging alimentare usa e getta. Entusiasmo e sperimentazione in terra americana, ma sviluppo in terra veneta. La produzione viene affidata infatti  alla Cooperativa Sociale L’incontro 4.0 impegnata nell’integrazione di soggetti fragili, sotto la direzione di Nicola, nel trevigiano. Questo arricchisce il valore del prodotto finale: stimola al rispetto per l’ambiente, promuove iniziative ecologiche sul territorio, fa scelte socialmente utili. Nicola si rende conto di avere tra le mani un progetto particolare ed unico che  sta appassionando lui  ed i lavoratori coinvolti.   
La pandemia ha bloccato in parte l’evoluzione dell’impresa, ma ora si riparte. Il prodotto ha bisogno di essere conosciuto e valutato. Se vuoi approfondire vai sul sito www.apepak.it.
Uno dei vari modi possibili e pratici per esprimere il nostro rispetto per la Terra, non solo oggi. E il nostro apprezzamento per chi investe in imprese di valore ambientale ed etico.  

Margherita Moles