TRASHPOINT - RIFIUTI ETERNI(T)

 «Ehi, guarda questa bottiglia! Ha un design improbabile, deve essere vecchissima!»
«Aspetta, sono alle prese con questi pezzi…pesano…!»
«…quanto vetro…è proprio sotto terra! Dici che qualcuno è venuto qui a svuotare la sua cantina? »
«Mah, io prima ne ho trovato tanto colato, come fossero scarti di vetro. Dubito fossero di qualche cittadino. Aiutami per favore con questa roba»
«Cosa ne facciamo però? Non ci starà mai nei sacchi. E poi pesa...»
«No, infatti, impiliamola qui vicino, poi la segnaliamo al Comune che se la verrà a prendere insieme al resto».


I pezzi pesanti che abbiamo impilato si sono presto rivelati essere eternit. Appena ce ne siamo rese conto abbiamo cessato la nostra raccolta.
E’ stata la prima volta in cui io e Silvia abbiamo capito che fare le ploggers non significa solo portare a casa la soddisfazione di aver pulito una piccola parte di mondo, ma anche tornare con la frustrazione per aver dovuto sospendere l’attività e la paura per la nostra salute e quella degli altri.
E così, la mattina di Pasquetta, giorno in cui due donne trovarono scoperchiato il sepolcro (di Cristo), io e Silvia abbiamo scoperchiato il sepolto: una discarica estesa per circa 50 m di bosco, interessante il fianco delle ciclabile che guarda all’Oglio, immediatamente raggiungibile dall’imbocco di via Fiume (Piamborno).

I responsabili potrebbero essere molteplici: il design del vetrame sotto terra e spini lascia pensare ad una vecchia discarica di materiale, forse da parte di qualche ditta; l’eternit invece, decisamente più superficiale, suggerisce l’immagine di qualche privato cittadino che ha pensato in questo modo di evitare i costi dello smaltimento, subentrati con la Legge 257/1992 sull’amianto.
Il sopralluogo con l’assessore del Comune di Piancogno e la segnalazione alle Guardie Ecologiche Volontarie ha prodotto, al momento,  la rimozione delle lastre da noi impilate e un verbale alla Comunità Montana.
Il nostro ritrovamento però pare sia solo l’angolo di un tappeto molto più grande sotto la quale c’è molta più polvere di quella immaginata: pochi giorni dopo su Facebook è stato segnalato
 altro amianto sulla sponda di Plemo,
mentre, la mattina del 25 Aprile io e Silvia ci siamo imbattute, di nuovo, in una seconda discarica (ma niente amianto per fortuna) nel tratto di bosco vicino al punto in cui, dalla ciclabile, è possibile, tagliando i campi, recarsi verso il Circolo Ippico I salici.


I motivi per le quali mi sto prendendo a cuore questa vicenda: io là ci andavo a da piccina, con una amica, a giocare a far le alghe impanate. Di recente invece ci è andato un bambino con il suo papà a cercare la tenda blu che aveva piantato con gli amichetti.
Là ci giocano i bambini, gente…..
E’ il caso di far smettere i bambini di giocarci o di far tornare questi posti puliti?
Dire che sto scrivendo tutto questo solo a titolo informativo è difficile; mi sento addosso una responsabilità così grande per quello che abbiamo trovato che sento questo pezzo più come un appello alla sensibilità di chi leggerà, perché credo che abbiamo bisogno di una mano: le nostre voci sono due e non bastano.