Da Graffiti n. 304.
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“Con la seconda ondata i sacchi di sabbia non basteranno"
Tracollo ( /tra·còl·lo/). Crollo improvviso e vistoso, con riferimento a una situazione già precaria.
Il 2020 è iniziato con grandissime prospettive turistiche a livello nazionale, tutte da “segno più”. Anche sul Lago d’Iseo eravamo pronti a godere del duro lavoro degli ultimi anni, in un trionfo di prenotazioni anticipate. Arriva febbraio, altro ottimo mese. Sullo sfondo problemi in Cina. C’è un virus… vabbè faremo a meno dei cinesi sul Sebino. Ma dopotutto, li abbiamo mai visti? No.
A marzo l’incubo si plastifica. Inutile ripercorrere quei giorni, ma oltre al problema sanitario, il settore turistico si è visto azzerare il lavoro come MAI nella storia. MAI, nemmeno la Seconda Guerra Mondiale aveva prodotto un abbattimento di tale portata. Mesi congelati, tra paure, cassa integrazione e i conti che si svuotano. Dopotutto, le tasse vanno pagate e le bollette non si fermano. Grandi proclami, grandi pacche sulle spalle. Grandi “Mola Mia” e “Ce la faremo”. Ma aiuti concreti gran pochi.
A fine maggio ripartiamo. Sul lago i primi ospiti, con il blocco regionale ancora attivo i milanesi “invadono” pacificamente il Lago e si lavora bene. Due giorni a settimana ma hey, sono i primi ospiti dopo mesi, è una festa! Giugno è un mese ancora molto limitato ma di piccola crescita. Siamo al 50% del nostro potenziale. Non lamentiamoci. Luglio, agosto e settembre vanno bene, davvero bene. Certo, il cliente dal Belgio che ci portava 350 ragazzini per 8 settimane ci ha detto che non lo lasciano partire e quindi è una vittoria a metà. La gente viene, certo, non con gli stessi numeri previsti, ma ci permette di lavorare, di vivere.
E quindi direte: perché lamentarsi? Beh, perchè marzo, aprile, maggio e il 50% di giugno sono andati comunque persi. Mesi importanti, mesi di programmazione ma anche di lavoro. E perdere nella realtà 4 mesi strutturali per il nostro lavoro significa oggi avere un -40% alla voce fatturato. E le pacche sulle spalle? Beh quelle ci sono ancora. Sul Lago ci sono state comunque delle azioni importanti da parte degli enti locali, come l’annullamento della tassa di soggiorno e il taglio della TARI sui rifiuti. Azioni apprezzate, così come – da Roma - la possibilità di utilizzare la Cassa Integrazione (nel nostro settore non è prevista a regola). Sono azioni limitate all’emergenza, “sacchi di sabbia” sull’argine di un fiume, in attesa della piena. Per il momento stanno contenendo l’acqua ma ancora piove, e senza azioni strutturali con una seconda ondata di piena non saranno sufficienti.
Un pensiero sui provvedimenti “macro”: bloccare i licenziamenti non porterà a salvare i posti di lavoro. Già molti colleghi hanno chiuso le società e lasciato a casa i dipendenti. La Cassa e i Bonus Vacanze sono piccoli incentivi, aiuti di breve che non risolvono il problema principale: la liquidità delle aziende, che si ritrovano in molti casi ad avere crolli di fatturato ben oltre il 60%.
Perchè il Lago è andato bene, come il mare o la montagna. Ma le città d’arte sono in una spirale allucinante. Dati recenti di Travel Appeal e Sojern evidenziano un -80% di movimenti su Milano nell’estate 2020. E Bergamo ha una situazione poco diversa. In città abbiamo una struttura ricettiva e lì la situazione non è “rosea” come sul Lago. A Bergamo abbiamo una perdita netta (arrivi, presenze, fatturato…fate voi) pari al 65%. E questi ultimi giorni di “terrorismo mediatico da seconda ondata” ci stanno ributtando nel vortice delle cancellazioni. Un vero e proprio tracollo.
Ma mollare ora sarebbe davvero troppo. Abbiamo resistito anche psicologicamente alla prima ondata, devastante per qualsiasi addetto alle prenotazioni. Siamo pronti, siamo strutturati, siamo “educati” al problema. Governiamolo. Per favore, le “pacche sulle spalle” sostituiamole con dei sostegni strutturali. I comuni, il Governo hanno fatto qualcosa. Il “grande capo” per la verità dovrebbe fare di più per un settore strategico, ma è giusto anche ricordare che il “turismo” è materia di competenza Regionale. E oggi Regione Lombardia è la grande assente. Manca la strategia, mancano gli aiuti agli operatori. La Regione Puglia ha messo sul piatto 50 milioni di Euro a fondo perduto per i suoi operatori. Piemonte, Veneto, Emilia Romagna… ogni regione ha costruito una piano. Non la Lombardia: ad oggi sappiamo solo di un bando per la ristrutturazione di hotel (che era già previsto) e quindi si chiede agli operatori di indebitarsi per ristrutturare i propri alberghi.
Ma gli operatori si sono già indebitati per richiedere prestiti di fronte alle prime emergenze.
La Lombardia oggi dimostra di non avere a cuore il settore turistico, e questa non vuole essere una considerazione “politica”. Non si entra nel merito dei colori, ma della necessità di trovare una serie di azioni per salvare un settore economico strategico. La Lombardia è una delle regioni più turistiche del paese e Gateway strategico. Non possiamo permetterci di spegnere il comparto ricettivo della prima regione italiana. Eppure sta accadendo questo. Lentamente gli hotel chiudono, gli appartamenti escono dalla vendita, i negozi abbassano le serrande e i ristoranti annaspano. Gli eventi saltano, gli addetti del settore tracollano. Ma non mollano. Per ora.
Il tempo è un bene prezioso, ma per le aziende non è infinito.
Testimonianza di Forchini Michele – a cura di Andrea Bonadei