Verso il Referendum del 20-21 settembre: perché voto NO

Nota bene: il testo del referendum prende in esame esclusivamente le modifiche riguardanti gli articoli 56 (numero dei deputati), 57 (numero dei senatori) e 59 (senatori a vita) della Costituzione, con buona pace di chi spaccia altre modifiche o correttivi (ad es. il voto in Senato ai 18enni) come inerenti al referendum. 

Lo fanno per risparmiare? Cosa vuol dire risparmiare? Le persone risparmiano su quello che considerano eccessivo o superfluo, sui beni al limite della loro possibilità di spesa. La Repubblica Italiana, repubblica rappresentativa sia detto, deve risparmiare sul principale strumento di esercizio del potere di ciascun cittadino, cioè dei suoi rappresentanti? Ne vale davvero la pena?

Quanto ci viene in tasca? Meno di 1€ a persona.

Al giorno? All’anno.

Il “risparmio” stimato è infatti di 57 milioni di €/anno, diviso per 60 milioni di italiani fa 0, auguri! 

Dice, eh ma chi l’ha mai visto un parlamentare? Hai voglia a farlo sentire responsabile del mio voto e per il suo territorio. Vero. Ma il taglio dei parlamentari risolve forse questo problema? In Italia da decenni i parlamentari sono scelti dai partiti. Forse che è qui parte del problema di rappresentanza? Qualche partito politico ha mai combattuto questo scempio? - uno per la verità sì, il partito Radicale di Marco Pannella, ma questa è un’altra storia -.

E cosa accadrebbe con il taglio dei parlamentari? Di quanto aumenterebbe la vertigine per un seggio in parlamento? E chi ringrazieranno? Non certo i cittadini che li hanno votati. Quindi, se mai, col sistema di selezione vigente la riduzione dei parlamentari avrebbe effetti ancora più deleteri, rafforzando ulteriormente il debito di riconoscenza nei confronti dei vertici di partito. 

Lo fanno per rendere il sistema più efficiente? Se son di meno si metteranno pur d’accordo prima. Su che base? Quanti erano Caino e Abele? Che differenza fa il numero assoluto dei partecipanti in una assemblea? Un 50%+1 lo fanno sia 11 persone su 20 ma anche 46 su 90.

Se mai al contrario, con una riduzione, il “peso” di ciascun parlamentare sarebbe in proporzione molto maggiore. Poniamo caso ci sia un deputato corrotto, il suo voto in aula ora vale 1/630, se vincono i SI 1/400. Chi pensa che i parlamentari siano tutti corrotti dovrebbe proprio votare NO. 

Lo fanno perché gli altri Paesi, quelli che funzionano bene, hanno meno parlamentari? Sia allo stato attuale che dopo l’eventuale approvazione della riforma l’Italia sarebbe sostanzialmente in linea con il resto d’Europa.

Come si spiega allora la palese inefficienza del parlamento italico? Qual è la reale differenza rispetto al resto d’Europa? A ben vedere una ce n’è e si chiama bicameralismo perfetto, sconosciuto alle altre democrazie europee (ci fa compagnia la sola Romania). Invece che ridurre il numero di persone che ogni volta rivede le proposte di legge in doppio, non sarebbe stato meglio differenziare in modo netto le funzioni delle Camere, superando questa palese stortura anacronistica? 

La Costituzione esiste spesso sulla carta, venendo evocata solo quando fa comodo a qualcuno. È molto probabile che vada aggiornata in diversi punti ma questo taglio è solo funzionale ad una logica populista. Non ci si può fidare delle promesse di successive modifiche e aggiustamenti, la legge sulle intercettazioni ne è testimonianza. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento del potere legislativo, soverchiato da quello esecutivo a colpi di fiducia, conversione di decreti legge e, più recentemente, DPCM. In un sistema in cui la politica vive di dirette Facebook, il Parlamento appare poco più di un retaggio del Novecento. Se la scarsa efficacia del Parlamento è sotto gli occhi di tutti, le cause devono essere cercate altrove: ci inducono a fare sempre lo stesso errore, confondere le Istituzioni con chi, più o meno degnamente, le incarna. Garantire una adeguata rappresentanza parlamentare è il fondamento delle democrazie liberali ma questo referendum costituzionale rischia di segnare il passo. Se i cittadini confermeranno di ridurre il numero dei parlamentari non sarà che una dimostrazione di sfiducia e rassegnazione di cui i partiti non tarderanno ad approfittare. Tutti i cittadini ne usciranno sconfitti ma andrà ancora peggio a coloro che, di volta in volta, saranno minoranza/e.

Difficile trovare buone ragioni per votare SI, molto più semplice capire perché votare NO.

La vera riforma eversiva e anti-casta? Inserire l’uninominale in Costituzione.

Zante

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