Il Coronavirus va a scuola

 
Tutti noi abbiamo avuto una sofferenza generale creata dall'emergere senza controllo di un problema riguardante la salute, drammatico, nocivo quasi come una guerra. Non ce lo siamo dimenticato.
    Certo, la diffusione dei ricoveri e dell'imprevedibile quantità di decessi ha creato molto sgomento nella nostra Italia, ma anche in moltissimi altri Stati, praticamente in quasi in tutto il mondo.
    Tutto questo ha avuto ricadute imprevedibili sui rapporti sociali, sulle modalità del lavoro, sulle conoscenze soggettive e tutto ciò ha diffuso una specie di impotenza a governare la propria vita nel presente ma anche per il futuro prossimo.
    Molti settori esigerebbero una riflessione possibilmente competente e plausibile. Tra tutti questi a me uno pare importante, soprattutto  per i soggetti coinvolti. Parlo della scuola.
    Abbiamo, al riguardo, una doppia rilevanza. Da un lato le giovani e giovanissime generazioni sembrano meno coinvolte a livello fisico, esistenziale, dai problemi di salute legati alla pandemia. Dall'altro lato, però, la loro vita è radicalmente cambiata con la chiusura imprevedibile, ma irremovibile, dell’attività scolastica.  Semplicemente cancellata: non si tratta di una vacanza, ma di una diversità esistenziale che nessun/a bambino/a o ragazza/o ha mai realizzato nella propria vita.
    Che tutto questo abbia coinvolto e disorientato anche molti genitori pare del tutto ovvio, anche se oggi, superato il momento della ricerca di una gestione diversa, rimane aperta e molto coinvolgente la prospettiva per il futuro pieno di tanti interrogativi che mi limito ad elencare.

    a) La scuola pare proprio che ripartirà a settembre ed a tutti i livelli. Da quella dell'infanzia alle superiori? Esistono dichiarazioni d’intenti, ma realmente si ripartirà?
    b) Gli edifici scolastici, a partire dalle singole aule, devono costruire una struttura che permetta a ogni studente di condurre un vita scolastica senza alcun rischio. Se sì, in che modo si deve realizzare, chi lo deve fare e con quali mezzi?
    c) Ogni insegnante che, in quanto adulto/a, ha più problematiche di salute rispetto ai suoi alunni, come si deve comportare?
    d) Chi possederà una competenza e un'autorità per imporre  nuove modalità  di organizzazione, fatte salve le linee educative di base che hanno orientato l’istruzione italiana?
    e) Finora, la lezione scolastica giornaliera si è strutturata  soprattutto attraverso la voce del docente e degli allievi, in modo diretto, con la vicinanza fisica. Adesso subentrano nuovi attori e nuovi strumenti per effettuare lezioni a distanza. Stiamo pensando alle difficoltà delle famiglie, quasi sempre delle donne, a supportare la fruizione di queste nuove modalità di apprendimento, che, per non poche, prevedono costi aggiuntivi?
    f) Al riguardo, quale sarà il nuovo ruolo della politica, dal Governo alle autorità regionali, provinciali, comunali e comunitarie?
    g) Gli studenti e gli alunni potranno avere dei margini per organizzarsi, partecipare, socializzare ed esporre i propri bisogni?
    h) Quale ruolo avranno le famiglie e come riusciranno a dire la loro, costruendo un rapporto tra la vita scolastica e quella familiare, sociale?
    i) Non possiamo ignorare che anche i bambini e i ragazzi sono stati investiti dal virus. Sappiamo a quanti è entrato nelle loro case? Cosa è successo nelle famiglie dopo la perdita del lavoro dei genitori, con le nuove modalità dell’esistenza quotidiana, la perdita improvvisa dei nonni, i lunghi periodi di quarantena di alcuni parenti prossimi, il confinamento in casa per settimane di tutti? Ancora non abbiamo chiaro che cosa è successo a noi adulti, il disorientamento ancora ci assale. Loro, i piccoli, come hanno elaborato questa esperienza?

    Complessivamente, nonostante le molte domande, non abbiamo delle risposte precostituite. Certo si potrebbe continuare, ma per ora c'é soprattutto l'emergere di molti problemi e vogliamo sperare che la società riesca in tempi rapidi a trovare soluzioni utili, diffuse, accettabili. Il futuro è urgente e tutto da costruire.
 
Alessio Domenighini
 
Foto di kyo azuma su Unsplash