Ventata di gioventù al Rifugio Baita Iseo

Inseguire l’istinto e mollare tutto, mosso dall'entusiasmo di fare qualcosa per sé stesso. È questa, in sintesi, la storia di Alberto Fanchini, 30 anni, restauratore di belle arti, che ha deciso di cambiare vita per gestire un rifugio alle pendici del massiccio della Concarena. 

“Si è creata quest’opportunità perché il precedente gestore si ritirava e quindi ho colto l’occasione al volo anche perché…il posto è davvero fenomenale!”, così dice Alberto. Ed è vero. Il rifugio Baita Iseo è situato ad Ono San Pietro, in media Valle Camonica e anche se per raggiungerlo serve un buon fuori-strada oppure gambe allenate per una camminata di circa due ore partendo dall’abitato, la bellezza del luogo lascia senza fiato.
‘Un paradiso immerso nelle montagne’ così l’ha definito il giovane gestore, la cui dinamicità e allegria è davvero contagiosa.
“Uno degli aspetti più belli di lavorare in rifugio è il poter incontrare gente nuova ogni giorno, con cui confrontarsi e da cui imparare. Dallo scalatore, all’escursionista, al signore pensionato che ci raggiunge dopo una lunga camminata. Tutti hanno qualcosa da raccontare.”

Prosegue: “Lavorare in rifugio è completamente diverso perché la logistica è complessa. Non si può pensare di prendere la macchina per ogni minima necessità, ci vuole un po' di organizzazione”. La giornata per Alberto, infatti, inizia presto. Alle sette la montagna comincia a popolarsi e così bisogna alzarsi di buon’ora e accendere i fornelli per iniziare le preparazioni in vista del pranzo. Poi ci sono le piccole manutenzioni, il taglio della legna e lo sfalcio dell’erba intorno al Rifugio. Tutto deve essere pronto e perfetto per accogliere gli ospiti.

Alberto non è spaventato dalla nuova avventura, anzi, “le sfide - dice - mantengono giovani e il cervello in forma!”.

La stagione quest’anno è partita in ritardo per colpa del Covid-19 ma Alberto non si è scoraggiato. L’entusiasmo l’ha portato ad organizzare eventi per rilanciare il Baita Iseo, alcuni all’insegna del culturale ed altri volti a valorizzare il territorio ed i suoi prodotti.

Alberto mi racconta: “Verrà organizzato un mini-seminario di apicoltura con l’associazione Api Brescia con, a seguire, degustazione dei mieli del territorio. Grazie alla partecipazione di una guida alpina una giornata verrà dedicata alla conoscenza della flora alpina ed un’altra alla scoperta della fauna che popola le nostre montagne”. Prosegue: “Non mancheranno alcune serate musicali ed è anche in programma un piccolo spettacolo teatrale sulla grande guerra, con la Concarena che farà da sfondo teatrale sarà davvero fantastico!”

Ad appoggiarlo in quest’avventura: la famiglia e gli amici.

Da bravo restauratore Alberto crede nella valorizzazione culturale. In questo caso, il termine, non deve essere inteso come strumento di recupero di un bene materiale ma come rilancio del ‘vivere la montagna’. Valorizzare, quindi, il rifugio regalando agli avventori contatto umano, allegria e buon cibo. Una vera ventata di novità e freschezza, e a voi, non resta che andare a trovarlo!


Francesca Cocchi