Suono ferro màder – Il nuovo progetto di Neunau




In Valle Camonica succedono cose inaspettate.

Nel 2014, dopo un lungo periodo di ricerca, discussi una tesi di laurea magistrale dal titolo “Suoni e rumori degli antichi opifici. I paesaggi sonori del canale Vaso Re in Valgrigna (BS)”. La disciplina coinvolta era la geografia culturale. Il filone di studi relativi al paesaggio sonoro non vantava una bibliografia vastissima, servirono interviste, conversazioni rubate, idee, poesie e soprattutto registrazioni di suoni ambientali: l’acqua del Vaso Re (millenario canale artificiale), le fucine con i loro magli e i mulini. Le tracce audio delle registrazioni, corredate da una breve introduzione, sono disponibili sul blog di Carlo Giordani, soundrecorder che mi ha accompagnato in tutto il progetto. Ecco il link https://alink2thepast.blogspot.com/2014/05/

Durante la stesura della tesi emersero piste d’indagine sorprendenti, per esempio quella relativa allo stretto rapporto tra i suoni dei magli e folklore, canti popolari, dialetto. Il paesaggio sonoro più affascinante tra quelli studiati fu senza dubbio quello della fucina, edificio-macchina dove i magli cantano, potenti e ritmici, su uno sfondo di vibrazioni e acqua costante: i bambini in visita alla fucina museo di Bienno ballano al tempo dei colpi, le madri ritrovano il battito del cuore dei figli in grembo. Ci fu molto entusiasmo intorno a questo lavoro, anche un discreto passaparola; qualcuno fece domande incuriosito, altri mi chiesero il senso, ma, incredibile soddisfazione, ci fu chi ne prese spunto: Sergio Maggioni, musicista e artista.

Sergio nel 2015 diede vita a NEUNAU, progetto artistico di ricerca sonora che partendo dai dettagli dei suoni registrati ne scopre la potenziale musicalità, fino a comporre tracce audio e docufilm. “NEUNAU” è anche il nome del primo disco (2016), nel quale i suoni registrati in fucina museo di Bienno diventano improvvisamente suggestioni, richiami e poi musica elettronica, particolarissima; mentre il documentario “Sounds from the forge” ci dà un’idea di che tipo di studio e sensibilità ci sia dietro questo lavoro.





Ecco i link del disco e del documentario: https://open.spotify.com/album/7ke1ZgX6sIUL0WEPeJVmr7?si=

https://www.youtube.com/watch?time_continue=409&v=tUofuwleMS4&feature=emb_title

Seguirono altri lavori, oltre le sonorità del ferro, entrarono nel progetto quelle del cemento, del legno, delle centrali idroelettriche, dei monaci Cistercensi, dei contesti urbani. Trovate tutto sul sito: https://www.neunau.org/ .

Ora, con “Suono ferro màder”, Neunau torna a interessarsi al ferro, proponendo un’installazione sonora itinerante e interattiva. I màder, dischi ferrosi realizzati dai fabbri per la produzione dei secchi, diverranno degli idiofoni, come delle campane.



Posizionati in diversi luoghi simbolici della Valle Camonica per alcuni giorni, saranno a disposizione dei fruitori che li vorranno suonare, con pezzi di legno, pietre, o vari strumenti appositamente predisposti. Si potranno colpire, strisciare, carezzare: il suono che emanano è suggestivo, ancestrale. Un assaggio? Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=IjeSP-FAIYU&feature=youtu.be

L’aspetto sonoro è nodale, il suono della lavorazione del ferro è stato per secoli il più forte generato dalla mano dell’uomo, simbolo della potenza e dell’intelletto artigiano, della prosperità, della fatica e, per quanto riguarda la Valle Camonica, simbolo della geografia, ricca di acqua unita alla pendenza, di legno (importante per macchinari e carbone) e naturalmente del minerale da cui si estrae il ferro.

Concentrarsi sull’ascolto dà spazio a nuove prospettive: rispetto alle cose vedute, i suoni sono più vicini a noi, come i nostri pensieri. L’udito è un senso interiore, che porta dentro, che accoglie, le orecchie non si chiudono mai, è il cervello semmai che fa una selezione. In contrapposizione la vista è un senso più scientifico, catalogatore. Nella sua direzionalità multipla e avvolgente, il suono ha il pregio di sfumare le distinzioni nette e ci permette al tempo stesso di ripensare il nostro rapporto con la realtà e con il passato. Neunau si muove dentro a queste sfumature, sussurrando di passare da un’analisi acustica basata sul binomio silenzio-rumore ad una più complessa, approfondita, basata sul binomio armonia-rumore. Il paesaggio sonoro odierno, infatti, ha abbandonato la sua antica accordatura, è diventato vuoto, confusionario, privo d’identità: l’esperienza della vita quotidiana è mediata da una moltitudine di suoni riprodotti meccanicamente, per esempio il traffico delle automobili (clacson e rombo dei motori), degli aerei, il suono degli altoparlanti nei locali pubblici, voci, accordi, ma anche autoradio, auricolari, cellulari.

“Suono ferro màder” si configura come una fuga dal caos contemporaneo fatto di suoni a bassa definizione (lo-fi), alla ricerca di sonorità storicamente armoniche, morbide, legate ai ritmi naturali, testimoni di un paesaggio sonoro preindustriale, ad alta definizione (hi-fi). Non solo, metaforicamente è anche un cerchio geografico che si chiude: il ferro, che ha intrapreso anticamente il suo processo produttivo nelle miniere, poi è stato fuso, trasportato in fucina, lavorato, battuto, forgiato, ora risale sulle montagne per suonare ancora. Saranno i visitatori a farlo suonare e, insieme, potranno pensare di suonare anche il paesaggio, dialogarci, inserirvi degli innesti, dei segnali sonori armonici, che andranno a punteggiare il vento, i cinguettii degli uccelli, e in generale la cornice sonora dei luoghi selezionati. In fin dei conti questo suono vibrante, intimo, potrebbe essere inteso come un richiamo a un’esistenza meno sfrenata, più contenuta, armonica, ecologica.

L’inaugurazione è fissata per sabato 18 luglio davanti alla roccia del sole di Paspardo, in località Plas. Ecco il link dell’evento con tutti i dettagli relativi alle varie date e luoghi: https://www.neunau.org/mader/

Succedono cose bellissime in Valle Camonica.

Marco Bigatti