Sputnink non si lega (e neppure Graffiti)

Gli abbonati al nostro giornale cartaceo avranno certamente notato la presenza sulle nostre pagine di vignette “marcate” Sputnink. Tra i vignettisti di questo collettivo di satira nostro amico c’è il sardo Antonio Cabras, finito negli ultimi giorni al centro di ciò che i giovani chiamano una shitstorm (letteralmente tempesta di ...ehm... pupù) da parte dei sostenitori di Matteo Salvini, che ha pensato bene di piazzare la faccia del malcapitato sulla pagina Facebook ufficiale, seguendo un metodo già purtroppo assodato e diventato abitudine su quei lidi.
Che c’è di male? Si chiederanno alcuni.
La risposta è chiaramente che il capitano sa benissimo il livello infimo di chi lo segue e che il mettere alla gogna qualcuno sui suoi social significa sguinzagliare gentaglia che andrà ad insultare e minacciare il bersaglio di turno.
Ricordate il caso della ragazzina minorenne fotografata ad un corteo con un cartello? O la ragazzina, anche lei minorenne, che si era fotografata goliardicamente col Salvini dormiente, suo compagno di posto in un viaggio aereo? E questi sono solo una minoranza dei molti casi visibili su quella pagina. Questo è niente di meno di uno squadrismo 2.0, che si consuma sui social ma che è altrettanto violento perché la Bestia salviniana è fatta di profili falsi, difficilmente rintracciabili e quindi non sempre denunciabili con facilità. In più Salvini espone ad un vero e proprio pericolo le vittime di tale atteggiamento: come escludere che qualche persona con disturbi psichiatrici, magari, finisca per prendere un po’ troppo sul serio l’adesione militaristica al Felpismo, vedi un certo Traini?
Davanti a tutto ciò non si deve mai tacere, non si deve mai lasciare sola la vittima, ma fare squadra in maniera civile, lottando, resistendo e facendo capire che la società non è fatta solo di trogloditi violenti.
Il collettivo Sputnink ha dato prova di coesione e compattezza ed è partita al contrattacco a matite spianate, alzando un bel polverone, Graffiti si unisce alla solidarietà verso Antonio Cabras, sostenendo sempre la libertà di parola, di pensiero e di satira.

Fabio Giorgi