Martino, Francesco, Bruno, Gino: grazie

Tre mesi fa ci lasciava Gino Boldini, presidente onorario dell'ANPI Valsaviore. Lo ricordiamo, insieme agli altri "ragazzi" che ci hanno insegnato i valori dell'antifascismo e della Resistenza, pubblicando la lettera che l'ANPI zonale ha redatto per il giornale dello SPI-CGIL di Valle Camonica e per i lettori di Graffiti.

Quest’anno ricorreva il 75° anniversario della liberazione. I preparativi con il comune di Breno erano iniziati a novembre 2019, doveva essere la festa di tutta la valle. Erano stati coinvolti i ragazzi delle scuole, che con i loro elaborati avrebbero vissuto in prima persona il 25 aprile, sentendosi protagonisti.
I membri più giovani dell’ANPI, colmi di fervore, pianificavano organizzare un flash mob per la cerimonia ufficiale. La festa sarebbe continuata con la “pastasciutta antifascista” in piazza e il pomeriggio interamente dedicato ad eventi musicali.

Purtroppo il 21 febbraio tutto iniziò ad incrinarsi, iniziò il momento della paura. Il 19 marzo ci ha lasciato il presidente dell’Anei Vallecamonica Elio Simoncini, un amico vero, una persona onesta e sincera che aveva rifondato l’associazione nel 2017 e insieme ad ANPI condivideva ogni iniziativa, tra cui il tanto atteso e amato 25 aprile. La notizia della sua morte ci ha riempito il cuore di tristezza e amarezza.

In questo profondo silenzio giungemmo alla settimana del 25 aprile. Un 25 aprile un po’ diverso da quelli che eravamo soliti celebrare, ma sorprendentemente positivo per il susseguirsi di messaggi, immagini e video di canzoni via social, e in particolare per l’appuntamento alle 15 cantando “Bella Ciao” dai balconi e dalle finestre di tutta Italia.
Un 25 aprile con le lacrime agli occhi e la gioia nel cuore, come sempre, questa volta però, forse, con un più intimo e profondo ricordo di chi ci ha liberato dal fascismo.

Proprio il 24 marzo avevamo parlato al telefono con due grandi ex-partigiani, la nostra Rosy Romelli, la quale ci aveva detto: “durante la resistenza sapevamo chi era il nemico e lo combattevamo; adesso è invisibile, ti colpisce indisturbato”; e Gino Boldini che, nonostante la sua imperante allegria, ci disse: “durante la Resistenza si combatteva e si sapeva che prima o poi la guerra sarebbe finita, invece adesso non sappiamo come andrà a finire”.
Gino, purtroppo, ci ha lasciato la notte del 13 aprile. Il ricordo che sua figlia ha voluto lasciarci è stato che il giorno prima di morire aveva cantato “Bella ciao”, come se sapesse che doveva andarsene per sempre senza celebrare ancora un ultimo 25 aprile.

Gino Boldini, giovanissimo capo della polizia interna alla 54a Brigata Garibaldi in Val Saviore. Presidente onorario dell'ANPI di Val Saviore. Colpiva il suo sgardo intenso, ed il suo viso simpatico.
Nel 2001 presso l'albergo Castellino a Boario, dove si teneva il congresso dell'ANPI, quando ci hanno spiegato chi era, lo abbiamo subito proposto come Presidente dell'assemblea. Ci sembrava di avere li con noi un eroe.

Con lui in questo 2020 nel silenzio più assoluto senza poterli salutare se ne sono andati:

Martino Gabanelli, partigiano di Fonteno, operante con la 54a Brigata Garibaldi in Valle Camonica.
Faceva parte del distaccamento di Sonico Val Malga, comandato da Luigi Romelli (Bigio), padre di Rosy Romelli, una delle più giovani donne partigiane d'Italia.

Il patriota Francesco Nezosi, di Fonteno, testimone diretto della battaglia del 31 agosto 1944 tra partigiani e nazifascisti. Non ha mai dimenticato suo fratello combattente nella formazione "Giustizia e Libertà" e i partigiani che ha conosciuto, dal comandante Brasi, alla medaglia d'oro Giorgio Paglia, a Giuseppe Brighenti.
Fa parte di quella generazione a cui non e' stato possibile, vista la giovane età combattere armi in pugno, ma che ha sofferto e resistito. Con l'aiuto materiale, con i servizi di logistica, con il silenzio come nel caso di Francesco. Il sostegno suo e della sua famiglia ai valorosi partigiani della 53^ Brigata Garibaldi sono stati preziosissimi. E poi la militanza nell'ANPI di Endine Gaiano, e la memoria dei luoghi e dei fatti che avevano lasciato in lui sentimenti così forti.

Poco prima ci ha lasciato Bruno Fantoni, uno dei più giovani partigiani.
Ha militato nella Brigata Lorenzini delle Fiamme Verdi, spirito indomito sino all'ultimo, fiero delle sue idee politiche e sociali, Presidente dell'ANPI di Valle Camonica.
Negli anni 50 di fronte alle angherie del datore di lavoro nei confronti dei suoi operai (lui era caposquadra) gli disse: "Queste sono le mie credenziali, poi vedremo le tue!". E tirò fuori di tasca la tessera dell'ANPI e della CGIL. Non amava gli indifferenti.
Per anni è stato referente dell'ANMIL a Rogno guadagnandosi la medaglia d'oro per l'opera di sostegno ai suoi iscritti.

Grazie Martino, grazie Francesco, grazie Bruno, grazie Gino, siete stati Resistenti, amici e maestri.
Maestri di vita e di valori. Maestri nell'impegno sociale. Maestri nel ricordo e nell'insegnamento alle giovani generazioni.
Bandiere vive dell'antifascismo.

La grande famiglia dell'ANPI li ricorderà sempre insieme a tanti ragazzi, donne e uomini che hanno liberato l'Italia da una dittatura ingiusta e corrotta.
Troppe ingiustizie purtroppo sono ancora presenti nella nostra società, troppe catene limitano ancora oggi la libertà e la dignità delle persone.
Loro non ci sono più, ma ci resta il loro esempio.

Il grande Presidente Pertini diceva "I giovani non hanno bisogno di sermoni...hanno bisogno di esempi limpidi ed onesti!".
Ora tocca ai giovani lottare ed impegnarsi, perché la Resistenza al nazifascismo ci ha consegnato la libertà e la Costituzione, ma molto resta da fare, se vogliamo dare alla nostra amata Patria ed al mondo un futuro sereno e giusto.

Grazie Martino, grazie Francesco, grazie Bruno, grazie Gino, non vi dimenticheremo.

ANPI Valle Camonica
(Ritratto a cura di Sabrina Valentini)