Brusco risveglio (il nostro commento alle elezioni politiche)

Rubando il titolo nientemeno che ai Megadeth, pubblichiamo qui il commento ai risultati locali delle elezioni politiche del 25 settembre, che Ivan Faiferri ha fatto per la redazione Valle Camonica di Radio Onda d'Urto, andato in onda il 28 settembre. 

In calce all'articolo, trovate un foglio di calcolo che contiene i dati delle votazioni al Senato per tutti i comuni della Valle. 

 

Buonasera e grazie a Radio Onda d'Urto e ad Alessandro per avermi invitato a commentare i risultati elettorali di questo 25 settembre, in particolare per quanto riguarda la Valle Camonica.

Sono Ivan Faiferri, direttore dell'edizione on line di Graffiti, una rivista che esce su carta ogni due mesi e si occupa di politica, attualità, ambiente in Valle Camonica e nei territori circostanti.

Prima di tutto una considerazine sull'affluenza. Anche se, come da tradizione, i nostri territori vedono un'affluenza più alta rispetto al resto d'Italia, anche qui le cose sono peggiorate dal 2018. Mentre allora era andato a votare poco meno dell'80% degli aventi diritto, oggi la percentuale di chi ha votato è scesa al 72%. Sembra che sarà sempre più importante, per le elezioni future, riuscire a parlare a quelle fette di popolazione che non va alle urne. Il fatto che questa percentuale continui ad aumentare, per altro, sembra indicare che i partiti stanno fallendo a questo riguardo.

Veniamo ora ai risultati. Vi ricordate la storia degli Orazi e dei Curiazi? Magari l'avete studiata a scuola, oppure l'avete sentita nominare da qualche parte. Va più o meno così. Siamo nell'antichità, c'è una guerra tra Roma e la città di Alba, e per evitare un massacro generale, invece che combattere tra eserciti si sfidano due terne di fratelli. Gli Orazi per Roma, i Curiazi per Alba. Il mito racconta che appena lo scontro inizia, due degli Orazi cadono, e il terzo fratello, per vincere, finge di fuggire per poi affrontare separatamente i tre fratelli rivali che lo inseguono, ribaltando la situazione e sconfiggendoli, perché non ha dovuto combatterli tutti e tre insieme.
Ecco, queste elezioni sono partite un po' come la leggenda latina: da un lato c'erano i tre Orazi (Meloni, Berlusconi e Salvini), dall'altro i tre Curiazi (Letta, Calenda e Conte). Solo che questa volta gli Orazi non hanno dovuto far nulla per vincere, dato che i Curiazi si sono massacrati tra di loro.

L'effetto si sente di meno in Valle Camonica e in generale nei collegi in cui la Valle era inserita, perché qui, comunque, la destra (Fdi-Lega-FI e soci) riesce comunque a prendere più voti della somma di quelli delle altre forze. Se però andiamo a vedere un caso singolo, ad esempio Darfo Boario Terme, vediamo che qui il PD nel 2018 aveva preso 1800 voti. Oggi la somma di PD+Azione-IV è di 1646, ma i democratici passano dall'essere il secondo partito alla terza posizione. Un'osservazione che possiamo fare è quindi che le divisioni rendono ancora più debole il centrosinistra (inteso qui come "campo largo"). Da un certo punto di vista i democratici possono addirittura essere soddisfatti, perché nonostante la doppia scissione di Renzi e Calenda (e il tentativo di trasformazione del M5S in partito di sinistra), il loro partito prende più o meno gli stessi voti del 2018, quando tutti questi concorrenti non c'erano. Magra consolazione.

Una seconda osservazione è che i singoli candidati e le singole candidate (e relativi curriculum) non sembrano pesare più di tanto. Prendete il collegio uninominale della Camera dei Deputati. Qui i principali sfidanti erano due: da un lato Simona Bordonali della Lega, una il cui ultimo atto in questa legislatura è stata una proposta di legge per facilitare il ritiro del permesso di soggiorno agli immigrati regolari e che durante la campagna elettorale aveva dichiarato che uno dei punti del suo programma era reintrodurre le circoscrizioni per i comuni con più di 150.000 abitanti - immagino quanto questo problema sia sentito nei comuni della Valle; dall'altro c'era Pier Luigi Mottinelli - ex presidente della provincia, della CM, ex sindaco - che sulla carta avrebbe dovuto essere una carta forte, perché emanazione diretta del territorio, uomo conosciuto, apprezzato abbastanza trasversalmente... eppure la Bordonali prende il 61% dei voti (5 punti percentuale in più del candidato del CDX nel 2018) mentre Mottinelli si accontenta del 20,21% (poco meno del risultato che nel 2018 ottenne Marina Berlinghieri).
Un effetto simile lo andiamo a vedere esaminando, anche nel dettaglio, altri nomi che sulla carta erano forti: prendiamo Anna Bonettini, veterinaria del servizio sanitario, che lavora a Breno ed è una figura nota negli ambienti progressisti della Valle. Si candidava al collegio uninominale del senato per il M5S: ma nei seggi di Breno, lei e il suo partito prendono 159 preferenze, arrivando al quarto posto, dietro anche a Az-IV.

La terza osservazione è che il centrodestra passa da una guida Lega a una guida FdI. In quasi tutti i comuni della Valle, infatti, il partito di Meloni prende più o meno le stesse percentuali che la Lega prese nel 2018 (a volte migliorando di qualche punto). Succede ad esempio a Temù, dove abita il segretario di FdI dell'alta valle, dove la Lega 2018 prendeva il 43,38 e ora FdI ha il 43,83. Altre volte FdI e Lega si spartiscono i voti del 2018, come accade a Vezza d'Oglio, dove la Lega passa dal 56% al 25% e FdI dal 2,83 al 36,75.
I comuni dove il partito di Salvini è ancora in testa rispetto a quello di Meloni sono due in tutta la Valle: Paspardo, dove con 127 voti ottiene il 38%, rispetto al 26% dell'alleato, e Saviore dell'Adamello, dove con 122 voti ha il 27%, rispetto al 24 dell'alleato. Per inciso, se a Saviore il PD avesse ottenuto la stessa percentuale del 2018, oggi sarebbe il primo partito.

Quarta osservazione è che la rimonta dei 5S, che sembra essere una delle storie più raccontate di queste elezioni, in Valle non c'è stata - o se c'è stata non s'è vista. Abbiamo già commentato lo scarso peso che sembra avere avuto la candidata Bonettini. Se andiamo a vedere i voti del 2018, i 5S in Valle avevano percentuali a doppia cifra, ed in alcuni paesi, ad esempio Berzo Demo, con il 17,42% erano addirittura la seconda coalizione dopo il CDX. Oggi, sempre a Berzo Demo, prendono il 4,67%, e percentuali simili nel resto della Valle con una media del 5%. Solo a Braone, con 48 voti, restano al 12%.
 

Il giorno dopo le elezioni, un commentatore, su Internazionale, faceva notare che la maggioranza dei votanti si è espressa contro il programma reazionario di FdI-Lega e FI. Purtroppo per le odierne opposizioni, però la legge elettorale dà un premio di maggioranza grazie ai seggi assegnati col sistema maggioritario. La sconfitta della sinistra e del centrosinistra dunque è grande e dolorossa, ma è resa ancora più dolorosa dal fatto che chi guida i nostri partiti non ha capito bene (o non ha voluto capire) i meccanismi di funzionamento del rosatellum. Se vogliono avere voce in capitolo, i partiti progressisti dovranno non solo lavorare di più sulle loro proposte, spiegarle meglio e andare tra la gente a confrontarsi, ma anche fare i conti con la necessità di unirsi, mettendo da parte i punti d'onore e le sottigliezze. Altrimenti anche Meloni potrà godersi il suo ventennio, dopo Silvio e altri ancora più infami precedenti.

Ivan Faiferri     

 

-> Scarica qui i dati delle elezioni del 25 settembre 2022 (Senato) per i singoli comuni della Valle Camonica