Ampiamento del demanio sciabile di Ponte di Legno: parlano le associazioni contrarie al progetto

 

fonte: Comitato MTO 2694


Cinque aggettivi, cinque attrezzi esplicativi quasi fossero chiavi inglesi, pinze e cacciavite, sono stati usati dal Comitato MTO2694 (Comitato Monte Tonale Occidentale quota duemila seicentonovantaquattro metri sul livello del mare) per smontare il progetto di investimento per un ampliamento del circuito sciistico di Ponte di Legno.  Questo è stato il cuore della conferenza stampa che il comitato ha realizzato il 17 novembre a Breno.

Il progetto come si sa è quello dell’apertura di nuove piste sul versante sud del Tonale, con la costruzione di una seggiovia, delle stazioni di partenza, intermedia e d’arrivo della stessa, forse di un rifugio e di una piattaforma panoramica a quota 2.694

I cinque aggettivi usati per definire questo progetto sono stati:

    fumoso e poco trasparente nel metodo, poche le informazioni certe diffuse, assenza di una presentazione pubblica chiara alla popolazione, apparente mancanza di una richiesta di parere agli enti aventi giurisdizione su parte del territorio coinvolto, come nel caso del Parco dell’Adamello; questo appare grave poiché circa un terzo delle risorse economiche verrà da fondi pubblici; si consideri che la Regione Lombardia ha già autorizzato 7 milioni di euro (dei 25 milioni a fondo perduto messi a disposizione), senza che ci sia o che sia stato reso noto uno studio approfondito di impatto ambientale e altri studi di fattibilità;

    anacronistico, in quanto prevede con questo nuovo impianto aumentare l’afflusso di sciatori, quando tale mercato è giunto ad una curva massima già anni fa e difficilmente ora potrà far rivivere i fasti di altri tempi; questo ancor più se si considera che l’esposizione del versante a sud, determina condizioni di temperatura e quindi di qualità della neve molto variabili e instabili, tanto che la già esistente pista ‘Alpino’ che grava sullo stesso settore è quella meno frequentata e amata dagli sciatori;

    sproporzionato e difficilmente difendibile se si compara l’investimento economico, che è calcolato in 60 milioni di euro complessivi, e l’impatto ambientale da un lato, con i possibili introiti economici; la relazione costi-benefici non sembra reggere ad una analisi seria;

    insostenibile da punto di vista ambientale, per il danno arrecato ad aree ad alta naturalità, in parte sotto tutela (aree del Parco Adamello e aree di collegamento tra questo parco e quello dello Stelvio), con presenza di fauna; va tenuto conto che si tratta di un versante fragile e suscettibile a frane e valanghe, cosa che sconsiglia interventi di disboscamento che sarebbero necessari per l’impianto; si pensi anche all’impatto che avrebbe lo sbancamento e cementificazione della cresta per la piattaforma, tra l’altro in una cima costellata tutt’ora di trincee e camminamenti della Prima Guerra Mondiale;

    energivoro nella prospettiva in quanto le evidenze di queste ultime annate e le previsioni degli effetti del cambiamento climatico, portano a ritenere che sarà necessario il pompaggio e dispersione di neve artificiale lungo la nuova pista, con conseguente innalzamento dei costi, prelievo di acqua e erosione del suolo.


A queste ragioni si lega la forte richiesta alle istituzioni ribadita dal Comitato MTo2694 anche nella conferenza stampa, di aprire una discussione sul progetto, ripetendo più volte che non si tratta di essere ‘contrari allo sport sciistico’ a priori oppure contrari a iniziative tese a prolungare la durata della stagione turistica per l’alta Valle. Ma, dicono al Comitato, c’è modo e modo: chi conosce davvero il territorio e la zona oggetto di questo investimento, sa che non va bene rendere instabile un versante ancora bello nella sua fragilità. Su questo impegno ad approfondire il pressing verso Comune, Regione e Parco, si è stata attenzione ed adesione anche di Italia Nostra sezione ValleCamonica, del circolo locale di Legambiente, dell’associazione Mountain Wilderness e dell’Associazione proletari escursionisti, presenti alla conferenza stampa.

Piero Confalonieri