Di cosa stiamo
parlando?
Di «Grandi derivazioni»: le centrali idroelettriche che producono
più di 3MW.
Ehi, qui in valle
ce ne sono parecchie!
Sì. Si stima che i privati che le gestiscono (Enel, Edison, LGH, BKW
e altri…) abbiano un ricavo di cento milioni di Euro (€
100.000.000) al netto delle spese di organizzazione, di manutenzione,
di personale e dei vari canoni e sovracanoni versati.
Un sacco di
soldi! Ma hai parlato di canoni… Cosa resta sul territorio?
L’acqua
è un
bene demaniale (ti ricordi?
Nel 2010 avevamo votato per l’acqua pubblica!) e
per utilizzarla è necessario un atto di concessione, che
comporta il pagamento di una cifra alle regioni. Per la Lombardia,
fino al 2020, era di circa 33€ al kW.
Bene! Dov’è il
problema?
Eh, ce ne sono parecchi. Molte concessioni sono scadute e non sono
ancora state messe a gara, i criteri per fare le gare favoriscono di
parecchio gli attuali gestori… anche l’Europa ci ha richiamati
per la poca trasparenza del mercato. Ma adesso la questione è dovuta
al fatto che il governo «Gialloverde», nel 2018, ha modificato il
Decreto Bersani…
Bersani? Ma chi,
quello che beve da solo la birra?
Proprio lui! Nel 1999 era ministro dell’industria e aveva promosso
un decreto legislativo per liberalizzare il settore dell’energia.
Comunque, con la modifica del 2018, le centrali diventano di
proprietà regionale, e le regioni possono metterle a gara sulla base
di leggi regionali. La Lombardia ha approvato la sua l’8 aprile
(L.r. 5/2020).
Potere ai
territori! E quindi?
E quindi, la Valle Camonica prenderà l’80% dei canoni versati dopo
il rinnovo delle concessioni, pari a circa 6 milioni di € (ad oggi
sul territorio si fermano solo i «sovracanoni», un’altra
partita).
Libertàààààà!
Però…
Però?
Però solo dal 2023, e con un trattamento di serie B rispetto alla
Valtellina, che invece prenderà il 100% dei canoni. E in più, se
fai i conti, sei milioni contro cento milioni… E’ ancora un
affare per i concessionari.
Maledetti
valtellinesi! Non potevamo lasciarli alla Svizzera?
Ci si è messo di mezzo pure il governo, che ha chiamato in causa la
Corte Costituzionale, per decidere se la materia sia di competenza
regionale o statale. Il parlamento vorrebbe rivedere la materia
complessivamente, sulla base di una mozione votata all’unanimità
(anche dalla Lega) alla Camera.
Sto iniziando a
non capire.
Ora la Lega, che è al potere in Regione, dice che il Governo vuole
privare la valle dei canoni stabiliti dalla legge regionale. Il PD,
che è al Governo, dice che la Lega non tratta allo stesso modo tutti
i territori montani, e che vuole creare un «centralismo regionale»,
dove si decide tutto da Milano, sulla base delle pressioni dei gruppi
locali più influenti (qualcuno ha detto Valtellina?).
Quindi, chi
vince?
La legge regionale, ma anche il progetto del governo, prevedono che
le concessioni delle centrali possano essere appaltate a società
miste pubblico-private: un cavallo di battaglia di Corrado Tomasi,
che vorrebbe estendere il modello dell’alta valle, dove la società
per gli impianti gestisce anche le centraline idroelettriche insieme
ad un privato. Daniela Longhi, consigliere del BIM e originaria di …
Villa Dalegno, si è detta soddisfatta del risultato.
E i soldi per la
Valle?
Nel migliore dei casi, arriveranno nel 2023, per come stanno le cose.
Ma nel frattempo la Regione potrebbe riscuotere 50 milioni di euro
per la revisione delle tariffe per le concessioni scadute nel 2010,
oltre a ripartire equamente i canoni riscossi già adesso: oggi il
100% dei canoni riscossi in Valtellina resta là, la Valle Camonica
resta a bocca asciutta.
E allora cosa
stiamo aspettando?
Eh, deve decidere la Regione.
Puoi dire…
Alcuni montanari sono più uguali di altri.
Non dire…
Fontana, rendimi la mia acqua!