Don Lino Zani

Don Lino Zani nasce a Ossimo nel 1948. Studia nel seminario vescovile di Brescia;  trascorre il suo anno di diaconato nella Diocesi di Araçuaì, Minas Gerais, in Brasile.
Nel 1975 viene ordinato sacerdote nella sua Ossimo. Riparte subito per Araçuaì, dove svolge il suo servizio presbiterale in varie parrocchie di quella Diocesi Brasiliana fino al 1997, anno in cui ritorna nella sua Valle Camonica, dove viene nominato parroco delle parrocchie di Lozio (1997-2007) e Malegno (2002-2011). Dal 2011 al 2012 va in Mozambico come “Fidei Donum” per sostituire temporaneamente un altro sacerdote bresciano malato.
Dal 2012 svolge il suo servizio pastorale ancora in Brasile nella Diocesi di Macapà. Questa Diocesi, territorio immenso con 800.000 abitanti presenta parecchie problematiche; ricco di risorse naturali, potrebbe coniugare, a detta di don Lino, una vita produttiva senza povertà, rispettando la natura (uno degli argomenti del sinodo per l’Amazzonia voluto da Papa Francesco).
Sostiene sempre don Lino: se noi guardiamo solo dal punto di vista del guadagno e dello sfruttamento, non c’è soluzione alcuna, perché chi vuol guadagnare a tutti i costi vede solo cosa può andare a prendersi in Amazzonia. Perciò l’Amazzonia è una sfida che, se si riesce a risolvere “pacificamente” con dignità, con giustizia e fraternità, serve per il mondo intero. Ma è anche una sfida per la fede. Per aiutarci a vivere da fratelli bisogna avere delle vere, profonde, autentiche motivazioni come la pace, la solidarietà, la fraternità, il rispetto per la vita e, oggi, come continua a ripetere papa Francesco, il rispetto della natura.
Don Lino svolge per alcuni anni la sua missione di parroco di Calçoene e ora di Mazagao, sempre in Amazzonia, dove è ritornato nonostante i reiterati, e sempre più gravi, attacchi di malaria.
Per raggiungere le sue 75 comunità, sparse lungo i fiumi che sboccano nel grande fiume delle Amazzoni, don Lino percorre molte ore in barca: la più lontana dista 13 ore.
Visita la gente che vive ai margini dei fiumi e all’interno. Annuncia la parola del Vangelo, amministra i sacramenti, coordina la Caritas parrocchiale (a cui lui ha dato vita) che ha come finalità non solo la distribuzione dei viveri ma la formazione delle persone, per raggiungere un’autosufficienza affinché non vivano di sussistenza.
Non ultima è l’attenzione per l’emergenza sanitaria anche con aiuti specifici per i più deboli. E ancora, incoraggia e sostiene, con tutta la sua grinta, queste comunità a difendere la foresta saccheggiata, spesso abusivamente, dalle imprese estrattive di minerali e legnami.
Don Lino è un uomo, lavoratore, schietto e retto, anche se il suo camminare è un poco barcollante, dovuto ai vari incidenti, subiti e sofferti, nel percorso della sua avventurosa vita, che hanno messo a dura prova le sue gambe e le sue ginocchia.
Don Lino è un prete, attivo, accogliente e sempre disponibile a farsi avanti per servire e soccorrere soprattutto le persone in difficoltà, in tutti i luoghi dove ha operato, avendo sempre un’attenzione particolare per i più piccoli. Ha fatto anche il camionista e il manovale, quando si è trattato di iniziare la costruzione dell’ospedale di Itaobim e nella costruzione di varie case popolari, quando nel 1979 un’esondazione del fiume Jequitinhonha ha spazzato via decine di case di povera gente, costruite ai suoi margini.
Don Lino è un missionario autentico, appassionato nel testimoniare il vangelo con la pratica della solidarietà, dell’accoglienza, del servizio e del lavoro nelle periferie più bisognose ed abbandonate, sempre con un grande cuore camuno.
(Elisabetta Panteghini, da Graffiti n. 299 - Gennaio/Febbraio 2020)